La picchiò e tentò di ucciderla: 17 anni

Il fatto risale al marzo 2010. Dopo avera malmenata, le sparò alla testa. Ora l'uomo, albanese 30enne, è latitante e la condanna è avvenuta in contumacia.

(red.) Diciassette anni di carcere è una pena più che equilibrata se si pensa alla tremenda atrocità del duplice reato in questione. Il 15 marzo del 2010 Ergys Gora, albanese allora 26enne residdente a Bedizzole, accecato dalla gelosia verso la fidanzata, rumena con un passato di prostituzione, prese la pistola e dopo averla massacrata con caci e pugni le sparò un colpo alla testa.
Un colpo che lui credeva mortale ma che miracolosamente non causò la morte della giovane donna, pur causandole deficit motori sul lato sinistro del corpo. Deficit però che giovedì durante l’udienza nel Tribunale di Brescia non le hanno proibito di raccontare l’accaduto. «Mi ha picchiato e mi ha preso a calci e pugni – racconta Maria -, quando ero stesa a terraho sentito delle voci. Mentre lui se ne stava andando, ho visto un lampo, una fiamma». E la giovane non esita nel dire che «quel lampo arrivava proprio da Ergys». Un colpo di pistola, dopo il quale la giovane ha lottato nel’incoscienza fra la vita e la morte, risvegliandosi solo nel letto di ospedale molti giorni dopo.
Ma non è finita qui. Il tentato omicidio della giovane non basta a placare la sete di sangue di Ergys che si reca a casa di un connazionale, evidentemente geloso del rapporto di questo con la donna, e gi spara quattro proiettili che però feriscono solo l’uomo.
Due reati che al termine dela camera di consiglio i giudici condannano severamente affibiandogli in contumacia (l’uomo è ancora latitante) 17 anni, escludendo l’aggravante dei futili motivi dal primo capo d’imputazione, e riqualificando il secondo tentato omicidio in lesioni con il vincolo della continuazione.

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