Brescia, adolescente bocciato da scuola e Tar

I giudici non accolgono l’istanza dei genitori del ragazzo, respinto nonostante i voti alti a causa del suo comportamento riprovevole. Il fascicolo, ora, alla Procura dei minori.

(red.) Per venire promossi, studiare non basta. Ne sanno qualcosa il 16enne della Bassa bresciana e la sua famiglia che, a giugno, si sono visti notificare la bocciatura del ragazzo, nonostante questo avesse ottenuto la sufficienza in tutte le materie. La decisione, pare, sarebbe stata presa all’unanimità dal Consiglio di classe e dal preside dell’istituto. Lo studente, infatti, era stato sospeso più volte dalle lezioni a causa del suo comportamento.
Appresa la notizia, comunque, stupiti e amareggiati, i genitori del ragazzo si sono rivolti al Tar di Brescia per richiedere l’annullamento del giudizio di non ammissione e, in via cautelare,  l’interruzione dei suoi effetti, in modo da garantire al sedicenne la frequenza alla seconda classe in attesa del giudizio di merito. Quando martedì 3 settembre sono arrivati ai giudici di via Zima i documenti scolastici del ragazzo, però, la sua situazione, al posto di risolversi, si è aggravata. Arroganza, sfrontatezza, violenza nei confronti dei compagni e comportamenti ai limiti della violenza sessuale nei confronti delle compagne, senza contare le minacce. Questo quadro che è comparso davanti ai giudici bresciani, che hanno respinto l’istanza sospensiva della bocciatura notificando che «il percorso di apprendimento scolastico – nel quale il ragazzo ha ottenuto e continua ad ottenere buoni risultati – non può essere apprezzato a prescindere da un corretto approccio comportamentale, che si esprime nei valori dell’educazione e del rispetto dei compagni e dei docenti di riferimento».
E non è finita qui. Gli episodi valutati dai giudici sarebbero rilevanti al punto da spingerli a trasmettere il fascicolo del ricorso alla Procura dei minorenni per « eventuali provvedimenti di competenza». Inoltre, il tribunale ha posto a carico dei genitori dell’adolescente le spese processuali, 500 euro,  per questa prima fase, che andranno rimborsati all’istituto scolastico di riferimento, che si è costituito in giudizio per chiedere il rigetto della domanda cautelare e del ricorso principale.

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