Bonus bebè, settima bocciatura per la Loggia

Il Tribunale del Lavoro ha sanzionato il Comune per "condotta discriminatoria". L' Amministrazione deve versare 37mila euro tra risarcimenti e spese legali.

(red.) Settima sconfitta per il comune di Brescia sul caso “bonus bebè”. Come riferisce in una nota la Camera del Lavoro bresciana, “il giudice Alessio della sezione Lavoro del tribunale di Brescia ha dichiarato discriminatorio il comportamento del Comune  per la delibera numero 46 del 30 gennaio 2009, quella con la quale il Comune, dopo aver perso in tribunale e applicando una logica di ritorsione, revocava il bonus bebè sia agli italiani che agli stranieri”.
“Il giudice Alessio”, riferisce la Cgil, “ha oggi (giovedì, ndr) ordinato all’Amministrazione di cessare la condotta discriminatoria e lo ha condannato a pagare a ognuno dei quattro ricorrenti 3 mila euro “a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale da discriminazione” e a pagare all’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) 15 mila euro, sempre “per risarcimento del danno da discriminazione”. A completare il conto 8.500 euro (+ Iva) per spese legali”.
“In tutto”, sottolinea il sindacato, “solo in questa battuta, l’ostinazione ideologica del sindaco è costata più di 37 mila euro alle casse comunali”.
“Siamo soddisfatti per il fatto che sia stato riconosciuto il danno morale per i ricorrenti”, ha affermato Damiano Galletti, segretario della Camera del Lavoro di Brescia. “È grave ed è sconcertante però il modo con il quale il sindaco sta continuando a spendere soldi pubblici in modo improprio. Poteva evitarlo, poteva fermarsi almeno dopo un paio di giudizi in tribunale. Invece continua, e questo mentre la sua giunta fa la campagna contro i morosi nelle mense scolastiche, taglia l’assistenza agli anziani o il servizio di trasporto per le terapie riabilitative dei bimbi disabili. Qualcuno convinca il sindaco a fermarsi, se possibile prima del 28 febbraio, quando in tribunale ci sarà un’altra udienza, sempre sul bonus bebè”.

 

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