Discriminazione, il Tar “bacchetta” Verolanuova

Un altro comune bresciano sanzionato per delibere rivolte agli extracomunitari. In questo caso si tratta di requisiti aggiuntivi per la residenza in paese.

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(red.) Un altro comune bresciano è stato “bacchettato” dal Tar per discriminazione nei confronti dei cittadini extracomunitari, come già avvenuto per Chiari ed Ospitaletto.
L’amministrazione è quella di Verolanuova e la sentenza del Tribunale amministrativo riguarda un’ordinanza (la numero 40), emanata il 19 settembre 2008 e contenente “disposizioni legislative generali in materia di iscrizione nel registro della popolazione residente e disposizioni congiunte in materia igienico-sanitaria e pubblica sicurezza”.
Il ricorso è stato presentato dalla fondazione Piccini e dall´Asgi, con il sostegno della Camera del Lavoro di Brescia: sotto la lente d’ingrandimento i requisiti aggiuntivi richiesti agli extracomunitari come la carta di soggiorno, il passaporto (validi) e l’idoneità dell’alloggio.
Requisiti ritenuti “discriminatori” dai giudici di via Zima che hanno rilevato come “la richiesta di iscrizione anagrafica costituisce un diritto soggettivo del cittadino e non può essere vincolata ad alcuna condizione al di fuori di quelle previste dalla legge”. Il comune è stato condannato (e dovrà pagare anche 3.700 euro di spese legali) nonostante avesse ritirato, con un atto interno, la delibera, perché tale decisione era arrivata in ritardo rispetto alle sollecitazioni prevenute da Cgil, Prefettura Prefettura e Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). In precedenza il Tar aveva sanzionato i comuni di Ospitaletto e Chiari.
“Quello di Verolanuova è il terzo caso di condanna legato a ordinanze discriminatorie sulla residenza”, afferma Damiano Galletti, segretario della Cgil di Brescia. “In tempi di scarse risorse per le amministrazioni locali, fa impressione vedere che alcuni sindaci continuano a spendere denaro pubblico per sostenere campagne ideologiche contrarie alla Costituzione e che, inevitabilmente, vengono bocciate in tribunale”.

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