Gli studenti bresciani alle istituzioni: “Prima del rientro, ascoltate anche noi”

Presentano una serie di richieste e rilievi chiedendo un incontro in vista del ritono a scuola in gennaio, con la nascita di un tavolo di confronto permanente.

(red.) Tutti parlano di loro, di come e quando potranno rientrare a scuola, di come verranno trasportati, di quale tipo di didattica verrà utilizzata, di come dovranno proteggersi, di quali orari faranno e così via. Ma nessuno li ha ancora interpellati in via ufficiale. Così l’Unione degli studenti di Brescia ha preso carta e penna e il 26 gennaio ha diffuso anche attraverso la stampa una lettera aperta ai rappresentanti delle istituzioni bresciane (dal prefetto al presidente e al vice della Provincia, dagli assessori alla Mobilità e all’Istruzione del Comune di Brescia all’Ufficio scolastico provinciale) con una proposta di confronto in vista del rientro in classe a gennaio.

“La peculiarità della situazione attuale, legata alla pandemia da Covid”, si legge, “ha portato alla nascitadi esigenze altrettanto peculiari. Ora più che mai servono garanzie. Garanzia di poter partecipare alle lezioni; di avere la comprensione dei docenti in caso di situazioni di scarsa connessione; di tutela da costrizioni fisiche durante le interrogazioni; di attenzione verso la salute fisica e mentale, messa a dura prova non solo dalla pandemia in sé, ma anche da carichi di lavoro spesso insostenibili e dalla tensione spesso causata dalla scarsa fiducia da parte del corpo docenti. Eccessive esposizioni allo schermo del computer inoltre, possono causare emicrania e affaticamento o addirittura perdita della vista. La mancanza di relazioni concrete con i pari e con gli adulti inficiano il processo di maturazione personale con la conseguente incapacità di costruire in futuro rapporti umani collaborativi”.

“Questo tipo di problematiche compromettono profondamente la funzionalità della didattica a distanza che, come sappiamo, si protrarrà anche nel 2021 in maniera supplementare a quella in presenza”, scrivono gli studenti. “Il parziale rientro a scuola previsto per gennaio avrebbe potuto essere un passo avanti ma ci sono diversi provvedimenti da prendere per rendere funzionale sia il contesto puramente scolastico che i contesti a esso inscindibilmente legati”.
“Senza le adeguate misure tornare ascuola in presenza oltre che rischiare di causare ulteriori contagi lascerebbe alcuni studenti in seria difficoltà, sia per quanto riguarda la possibilità di raggiungere la scuola (devono esistere le corse negli orari giusti), sia per quanto riguarda l’orario: iniziare alle 10 significherebbe lasciare molti studenti con una giornata troppo corta per poter studiare o fare qualsiasi altra cosa”.

“La maggioranza delle scuole presenta un grado di sicurezza adeguato“,  informa la lettera, “tuttavia sono incombenti le problematiche riguardo il raggiungimento dell’edificio scolastico.Per questo chiediamo al prefetto, e a tutti i partecipanti del tavolo di coordinamento creato appositamente per progettare i trasporti per il rientro, di intraprendere con noi studenti un dialogo costruttivo al fine di elaborare una soluzione funzionale al soddisfacimento delle sopracitate esigenze”.
“Il coinvolgimento della componente studentesca è comprensibile alla luce del fatto che la maggioranza degli studenti deve inevitabilmente prendere i mezzi ogni giorno per raggiungere la propria scuola”, prosegue il documento. “Come UDS abbiamo intrapreso un’inchiesta tra gli studenti del comasco in merito alle problematiche sollevate e su 1.880 risposte abbiamo rilevato i seguenti dati: l’83.8% delle persone pensano che la didattica a distanza non sia altrettanto formativa come la didattica inpresenza; più del 7% non ha ancora dispositivi o connessione adatti alla didattica; l’89.4% non hanno svolto i laboratori in presenza; il 75.6% pensano che le misure prese relative al rientro siano insufficienti; il 64.1% dei mezzi presi erano affollati; con la capienza ridotta da 80% a 50% anche il 33.6% delle linee che precedentemente presentavano un affollamento considerabile ‘normale’ subiranno forti pressioni per riuscire a garantire il servizio a tutti”.

“Quindi le richieste che intendiamo portare si articolano nei seguenti punti”.
“In vista di un rientro a scuola in sicurezza sarebbe opportuno potenziare nel breve termine i trasporti delle linee che lo necessitano e se necessario, coinvolgendo agenzie private comesoluzione emergenziale”.
“È inoltre di fondamentale importanza integrare a questi provvedimenti anche degli investimenti più a lungo termine sui trasporti che assicurino che la capienza venga rispettata garantendo il servizio a tutti tenendo sempre a mente la necessità che i prezzi rimangano stabili”.
“Sarebbe inoltre auspicabile un tariffario il più inclusivo possibile che non penalizzi economicamente chi abita lontano dalla propria scuola e che favorisca chi ha già difficoltà economiche”.

Sono sorte problematiche anche relativamente alla soluzione degli scaglionamenti: in primoluogo devono esistere corse in orari consoni per poter raggiungere la scuola senza lunghe attese prima di poter entrare; in secondo luogo entrare a scuola alle 10 significherebbe uscire anche dopo le 15, cosa che porterebbe problemi sia per quanto riguarda la consumazione del pranzo sia per quanto riguarda il tempo per lo studio e altre attività personali nel resto della giornata. Per questo chiediamo che l’ingresso alle 10 sia anticipato e che le misure adottate siano il più uniformi possibile fra le scuole”.
“Infine è necessario un confronto fra aziende di trasporto e le scuole per garantire che ogni studente abbia una linea di trasporto che gli permetta di raggiungere la scuola a un orario adeguato (specialmente per chi vive o studia lontano dal centro)”.

“La linea d’azione da mantenere sarebbe quella di considerare la didattica a distanza  come ultima risorsa prediligendo la didattica in presenza. Mettendo in atto questo proposito è fondamentale garantire a tutti gli studenti dispositivi e connessione: molte scuole si sono già mosse su questo fronte ma nessuno può essere lasciato indietro”.
“Purtroppo, per quanto fossero previsti, i laboratori non sono garantiti (come rilevato dalla nostra inchiesta) andando a danneggiare pesantemente l’attività didattica specialmente diquegli indirizzi che hanno come pilastro l’attività pratica: tecnici industriali, artistici, musicali eccetera”.

“È inoltre fondamentale, nel breve termine, trovare luoghi dove fare didattica in presenza qualora non fossero sufficienti gli spazi offerti dagli edifici scolastici come ad esempio biblioteche, sale di uffici pubblici, musei chiusi ma anche edifici pubblici inutilizzati”.
“Sarebbe inoltre opportuno considerare lo stanziamento di investimenti per la costruzione di eventuali nuove strutture. Questo specialmente vista la difficoltà delle scuole a effettuare attività laboratoriali in presenza”.
“Facciamo quindi richiesta di un incontro con tutti i destinatari della presente e l’istituzione di un tavolo di confronto permanente. Nello specifico ci rivolgiamo al prefetto riguardo le posizioni del coordinamento sui trasporti per il rientro, alla provincia sui temi dell’edilizia e trasporti”.

Unione degli studenti Brescia, Rappresentanti di istituto dell’ISS Piero Sraffa, Comitato studentesco del Liceo di Stato Girolamo Bagatta, Rappresentanti di istituto del Liceo Veronica Gambara, Rappresentanti di istituto del Liceo Fabrizio De André, , appresentante di istituto Carolina Casale dell’IIS Antonietti, Rappresentanti di istituto dell’Istituto di Istruzione Superiore Lorenzo Gigli.

 

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