Sarà un anno scolastico all’insegna dei supplenti

Alcuni governatori vogliono far slittare la scuola a dopo il referendum. Ma restano molti buchi da riempire. Con l'incognita dei docenti fragili.

(red.) Mentre si allarga il fronte dei governatori regionali che stanno progettando di spostare l’apertura delle scuole a dopo il referendum (che senso avrebbe far partire tutta la macchina per poi bloccarla dopo una settimana?) ora si scopre che le scuole italiane rischiano di riaprire il 14 settembre con le cattedre vuote e poco personale scolastico, nell’anno in cui di docenti e bidelli c’è massimo bisogno.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto per l’assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti, ma alla fine le assunzioni in ruolo dei docenti rischiano di essere molte meno: c’è chi parla di sole 30 mila.
Infatti nelle graduatorie a esaurimento di diverse zone del Centro-Nord, compresa la provincia di Brescia, molte classi di concorso sono esaurite e lo sono pure le graduatorie di merito.
“C’ è una percentuale bassissima di copertura dei posti che ad oggi non supera il 30% – ha detto la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – la situazione più disastrosa è sul sostegno. Verranno coperti a malapena i docenti andati in pensione”.
In provincia di Brescia, per esempio, solo per il personale Ata sono più di 400 i posti rimasti vacanti. Ma più in geearale nel Bresciano mancano 107 docenti di sostegno alla primaria, 11 all’infanzia. Per le secondarie di I e II grado sono 720 le richieste per il sostegno.
Sommando tutto si sa già che alla fine solo nella nostra provincia i vuoti da colmare tra il personale docente resteranno migliaia: l’anno scorso in questo periodo erano 4500, ma quest’anno saranno molti di più.
A livello nazionale, secondo alcune previsioni si apre un anno scolastico con lo spettro di 250 mila-300 mila supplenti, anche perchè ai numeri attuali bisogna aggiungere l’organico Covid, circa 70 mila tra professori e collaboratori scolastici. Allo stesso tempo, avvicinandosi la data del rientro a scuola e contemporaneamente aumentando in questi giorni il numero dei contagi, ci sono docenti anziani o affetti da gravi patrologie che stanno chiedendo di restare a casa per timore del Covid.
Il mondo dei cosiddetti docenti fragili è infatti molto variegato. C’è la maestra fragile che, come certifica il medico competente, non potrà stare in classe fino al 15 ottobre (ultimo giorno dell’emergenza definita dal governo), ma potrà varcare la porta dell’aula dal 16 ottobre con la Ffp2 fornita dal datore di lavoro, la scuola.
Ma c’è anche chi si prepara a chiedere il congedo straordinario di un anno secondo la legge 104, avendo un familiare fragile. Infine, c’è chi si mette subito in malattia con l’invio dell’apposito certificato.
L’Italia ha infatti un primato che riguarda l’età elevata del personale scolastico: la percentuale di over 55 è del 40-45% e gli ultra 62 enni sono 171 mila.

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