Sindacati in allarme su Cfp Zanardelli

In vista delle elezioni regionali del 4 marzo, le sigle chiedono ai candidati di valutare la situazione del centro di formazione professionale in "rosso".

(red.) Nella giornata di venerdì 23 febbraio si è tornati a parlare del centro di formazione professionale “Zanardelli” di Brescia. E a lanciare l’allarme sono i sindacati – Cgil, Fp Cisl, Fp Uil, Flp Consal Fenal-Diccap – che chiedono alla Regione Lombardia un intervento. “9 sedi sul territorio, 300 dipendenti, il 40% della formazione professionale bresciana, 2.523 allievi tra i giovani, 1.000 adulti in formazione, servizi al lavoro per 100 aziende. E’ la fotografia in numeri del CFP Zanardelli sul quale è scesa l’ombra lunga delle reiterate politiche di tagli che la Regione ha messo in atto in questi ultimi anni – si legge in una nota della Cisl.- La sopravvivenza del CFP Zanardelli è legata così alla formazione professionale extra obbligo (adulti e aziende) e alla lotteria dei bandi, che possono esserci o non esserci con ricadute pesanti sul bilancio annuale e l’impossibilità di una programmazione veritiera e di uno sviluppo stabile.

Una situazione davvero preoccupante che sindacati e lavoratori hanno voluto portare allo scoperto investendo del problema i candidati bresciani al Consiglio regionale nelle elezioni del prossimo 4 marzo”. “Il CFP Zanardelli è sicuramente una positiva anomalia pubblica nel sistema della formazione professionale – dice Mauro Scaroni della Cisl Funzione Pubblica – che associa alla professionalità del proprio personale e alla radicata esperienza sul territorio da oltre 50 anni, la sperimentazione derivata da una proficua e fattiva collaborazione con le aziende bresciane. Una realtà che non ha trovato considerazione nelle decisioni della Giunta regionale e dell’assessore Aprea. Nel 2015, infatti, la Regione ha sospeso il trasferimento annuale di 8 milioni di euro alla formazione professionale bresciana, equiparandola di fatto alla formazione professionale privata, spiegando che però nulla sarebbe cambiato perché ad ogni allievo veniva garantita da dote formativa nella forma massima.

Tutto vero, come è vero che l’operazione ha dimezzato i contributi alla formazione professionale bresciana visto che doti e trasferimenti ammontano complessivamente a 4 milioni di euro. Questo ha inevitabilmente peggiorato le condizioni di lavoro ed anche le possibilità future di nuove assunzioni a tempo indeterminato magari attraverso stabilizzazioni del personale attualmente impiegato a tempo determinato e partiva iva. Sono tante le persone (minori, adulti e aziende) che si rivolgono al CFP Zanardelli sapendo che oltre a garantire una seria preparazione al mondo del lavoro, offre anche un insegnamento personalizzato, cercando sempre le modalità migliori per offrire aiuto anche in presenza di particolari problematiche familiari e sociali.

Il CFP Zanardelli ha un ruolo importantissimo sul territorio, anche in termini di prevenzione, con docenti preparati e fortemente motivati. Nonostante queste condizioni di evidente complessità, i circa 300 dipendenti del CFP stanno cercando di mantenere alti standard formativi a beneficio degli allievi (stage internazionali, partnership con aziende del territorio, ecc), ridistribuendo tra loro il maggiore carico di lavoro. Un’operazione che non può andare avanti all’infinito. Da qui la necessità di responsabilizzare i candidati al prossimo consiglio regionale e chiedere loro un impegno a salvaguardia della formazione professionale pubblica bresciana”. Sulla stessa onda anche le altre organizzazioni sindacali.

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