Settimana corta, si salta all’anno 2017-18

Decisione arrivata dopo la riunione tra presidente Mottinelli e il dirigente dell'ufficio scolastico. A metà maggio un incontro con tutte le parti.

Scuola(red.) Sì alla settimana corta nelle scuole superiori, ma al massimo se ne parlerà dal settembre 2017. E’ quanto emerso da una riunione svolta giovedì 21 aprile al Broletto tra il presidente della Provincia di Brescia Pierluigi Mottinelli e il dirigente dell’ufficio scolastico Mario Maviglia. La decisione è stata poi comunicata nel pomeriggio durante il consiglio provinciale. La volontà di Mottinelli, quindi, è di andare avanti sulla strada dei 5 giorni di lezione alla settimana, dal lunedì al venerdì e con sabato escluso. Ma i tempi sarebbero stati troppo stretti per cominciare già a settembre 2016. Da una parte la chiusura delle pre-iscrizioni con cui famiglie e studenti si sono già organizzati per l’anno scolastico successivo e dall’altra la gara del trasporto pubblico locale prevista nel 2017 hanno indotto al rinvio.
In ogni caso, come era stato anticipato, la riforma non riguarderebbe gli indirizzi alberghiero, artistico, agrario e musicale. Della rivoluzione e di come sarà portata avanti, magari strappando un sì da chi si dice contrario, se ne parlerà in un incontro convocato per metà maggio con tutti i rappresentanti. Ci saranno delegati della Provincia, del Provveditorato, i presidi delle 42 scuole superiori, i sindaci dei comuni dove hanno sede gli istituti, i presidi e i rappresentanti di genitori, studenti e insegnanti. Sono proprio le ultime tre categorie, infatti, a manifestare la loro contrarierà a una scelta che giudicano sbagliata e calata dall’alto, senza alcuna condivisione.
Ma secondo la Provincia, proprietaria degli istituti superiori e a capo del servizio di trasporto pubblico, la settimana corta consentirà di risparmiare fino a 1,5 milioni di euro all’anno. Risorse che saranno stanziate per aprire un mutuo da 33 milioni di euro con cui sistemare l’edilizia scolastica. In vista dell’incontro di maggio, che potrebbe essere decisivo, gli studenti hanno deciso di scrivere ai propri sindaci chiedendo loro di convincere Mottinelli a rinunciare alla riforma. I genitori, invece, si dicono più possibilisti rispetto a prima, ma puntando l’attenzione sulla didattica e non solo sui risparmi.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.