Salò, liceo classico: si può fare

Le preiscrizioni alla quarta ginnasio del 'Fermi' sono cresciute di tre unità. Forse sufficienti per la deroga. Attesa la comunicazione dell’Ufficio scolastico provinciale.

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(red.) Sono giorni di trepidante attesa e di interrogativi sul destino dell’indirizzo classico al liceo Fermi di Salò. Molte le domande che attendono risposta: a settembre sarà attivata la IV ginnasio? Il buon senso vincerà sulla legge dei numeri? Prevarranno le ragioni dei genitori e dei ragazzi? Saranno ascoltati gli appelli dei Comuni, che invocano una deroga che consenta di attivare la prima classe pur in presenza di un numero di iscritti inferiore a quello previsto dalla normativa? Interrogativi che lasciano col fiato sospeso il drappello di genitori, studenti e insegnati che attendono di sapere cosà li attende nel nuovo anno scolastico.
La professoressa Maria Rosa Raimondi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, non si è sbilanciata, affermando che, per ora, non ci sono indicazioni né in un senso, né nell’altro. Va comunque sottolineato che, se solo fino a pochi giorni fa non si nutrivano grandi speranze, ora c’è qualche aspettativa in più.
Uno spiraglio motivato dal fatto che le preiscrizioni, da 16 che erano fino a un paio di settimane fa, sono salite a 19. Ancora troppo poche, secondo la normativa, per attivare la classe, ma forse sufficienti per ottenere una deroga. Quella deroga che hanno chiesto a gran voce i sindaci di 38 Comuni di Alto Garda, Valsabbia e Valtenesi, che nei giorni scorsi, su iniziativa dell’assessore salodiano alla Pubblica istruzione, Marina Bonetti, avevano rivolto un accorato appello alla professoressa Raimondi, ribadendo che privare il territorio della presenza del liceo classico significava non avere lungimiranza e negare il diritto fondamentale della pluralità di scelta.
Dunque, i Comuni si sono schierati compatti al fianco dei 19 studenti che a settembre vorrebbero frequentare la IV ginnasio a salò e che non vogliono rassegnarsi a un ineluttabile destino di lunghe e snervanti trasferte quotidiane a Brescia. E tantomeno vogliono essere costretti a cambiare indirizzo di studi. Scelta. Quest’ultima, che sarebbe obbligata per i ragazzi residenti nei paesi più periferici (come Tremosine, Bagolino, Tignale ed altri), che non hanno a disposizione una linea di trasporto pubblico per recarsi a Brescia in tempo utile per l’inizio delle lezioni.
Quindi gli amministratori hanno chiesto di guardare oltre i freddi numeri. Infatti, se da un lato il bacino d’utenza del liceo Fermi può garantire al classico iscrizioni che saranno sempre limitate, dall’altro c’è in gioco il futuro dei ragazzi.
Alle istituzioni scolastiche è stato chiesto un atto di coraggio, in nome del diritto all’istruzione, che vada oltre la burocrazia, la legge dei numeri e le logiche di razionalizzazione delle risorse.

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