Contributi volontari: “Nessuna minaccia”

La direzione dell'istituto Mariano Fortuny sottolinea che molte famiglie (il 30%) fanno fatica a versare la quota, indispensabile per avviare le attività di laboratorio.

(red.) Dopo il clamore suscitato dalla denuncia di uno studente del “Fortuny” di Brescia, che sul portale Skuola.net ha pubblicato una lettera in cui denunciava i toni intimidatori con cui l’istituto scolastico intimava il pagamento di 170 euro come contributo volontario per l’attività di laboratorio, la scuola è intervenuta spiegando quanto accaduto.
La vicepreside Simonetta Valle, smentendo il tono intimidatorio e la richiesta di interessi contenuti nella presunta missiva inviata alla famiglia del ragazzo, ha però puntualizzato che quel “contributo volontario” è dovuto per le attività laboratoriali, che senza tali soldi non potrebbero essere avviate. Colpa dei tagli alla scuola e, se si pensa che la maggior parte dei ragazzi che frequentano gli istituti professionali provengono da famiglie del ceto medio-basso, quelle maggiormente colpite dalla crisi (in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro), si capisce come questa somma possa costituire un pesante fardello nell’economia familiare.
Come spiegato dalla vicepreside,  dei 930 studenti del “Fortuny” circa il 30% è in difficoltà nel pagamento del contributo, ma la scuola consente una rateizzazione della somma.
L’ammontare del contributo è fissato dal Consiglio d’istituto in cui siedono anche genitori e studenti e le famiglie, le quali, viene spiegato, all’atto dell’iscrizione s’impegnano a versare la quota.
Il preside della Mariano Fortuny, Franco Ferrante ha spiegato che la lettera finita sul portale degli studenti è stato “un errore” poiché non era destinata alle famiglie che non hanno versato il contributo, affermando che la scuola va incontro alle famiglie che fanno fatica a pagare il contributo.

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