“Sezioni primavera”, 3mila bimbi in attesa

Emerge da un monitoraggio effettuato sugli asili in Italia. La fascia d'età 24-36 mesi è in lista soprattutto nelle scuole del Sud, ma anche al Nord non va meglio.

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(red.) Tremila bimbi sono in lista di attesa per frequentare le ‘sezioni primavera’, quelle nate per accogliere ed educare bambini di età fra i 24-36 mesi.
La metà dei bambini nelle liste vive nelle regioni meridionali e nelle isole. Ciò rappresenta ”la spia della mancanza di servizi per la prima infanzia sul territorio”. Lo afferma un rapporto del Gruppo paritetico nazionale per le sezioni primavera, che fa capo al ministero dell’Istruzione, su un monitoraggio svolto nelle sezioni operative nell’anno scolastico 2010-2011.
Le liste d’attesa sono presenti in oltre un terzo delle sezioni; di queste, più del 40% si trovano al Sud. Situazione meno pesante al Nord Est dove, comunque, la percentuale di sezioni con liste di attesa sfiora un quarto del totale (23,9%).
Anche a Brescia, nei mesi scorsi, si è accesa una vivace polemica con l’amministrazione comunale, “rea” di voler tagliare alcune classi nelle scuole materne. La situazione si è poi conclusa con il “sacrificio” di alcune sezioni, in numero inferiore però a quello preventivato.
Per gli esperti, il dato ”è segno di una domanda rilevante che sollecita un’adeguata risposta di servizio”; si ipotizza anche un ”sommerso della domanda di servizio di una certa entità”.
Le sezioni censite dal rapporto sono 1.604 (con 25.442 bimbi), quelle monitorate 1.459 (23.142; oltre 10 mila al sud, 7.818 e nelle isole, 2.318). Il maggior numero di sezioni censite si trova in Lombardia (266), Puglia (176), Campania (173), Lazio (137), Sicilia (105).
Mentre 1 su 5 (20,3%) è operativa in scuole statali, poco piú di una su 10 (13,4%) in scuole comunali. Veneto e Campania superano l’80% di sezioni a gestione paritaria; Basilicata, Molise e Marche restano al di sotto del 30%. Il 5% delle sezioni è gestito da agenzie esterne (come cooperative sociali) in convenzione con i comuni. L’ esternalizzazione, per il rapporto, può essere ”elemento critico” e necessita di ”adeguata regolamentazione”.
In ogni classe in media ci sono 15,9 bimbi. Al di sopra c’è l’Abruzzo (17,9) e la Puglia (17,4); al di sotto (14) Veneto, Basilicata, Umbria, Friuli Venezia Giulia. Il 3,5% dei bambini sono stranieri e lo 0,44% disabili.  L’età dei bambini che frequentano le sezioni primavera e’ nel 91,2% dei casi fedele all’anno di riferimento che, per l’anno scolastico monitorato, è il 2008. Tuttavia, si rileva che l’1,6% dei bambini e’ nato nel 2007 e il 7,2% nel 2009. Ció è ”un’anomalia” e un “utilizzo improprio del servizio giustificato peró dall’ assenza di altri servizi per l’infanzia sul territorio”.
Il rapporto bambini-insegnanti dovrebbe essere 10 a 1, ma oltre un quarto delle sezioni supera il rapporto fissato. Si tratta di una ”situazione diffusa e preoccupante”.
La spesa media mensile per le famiglie varia da un minimo di 134 euro ad un massimo di 195. Al Sud la forbice è 78 e 114, nelle isole 86 e 129, al centro 149 e 213, nel nord ovest 173 e 253, nel nord est 184 e 279. Il 5% delle sezioni non prevede alcun tipo pagamento; accade in Basilicata (24,2%), Molise, Sicilia e Campania.
Nessuna scuola paritaria prevede la gratuità del servizio. Sono previsti anche risorse pubbliche; ad esempio, i Comuni hanno erogato in via discrezionale risorse al 13,5% delle sezioni.
Nelle sezioni ci sono 3.672 docenti/educatori: il 74,6% ha un rapporto con l’istituzione sottoforma di contratto di lavoro, il 10% di volontariato (come personale religioso in scuole paritarie), il 16% presta attività presso servizi esterni convenzionati. Nell’ 80% dei casi lavorano a orario pieno. Sono diverse le tipologie contrattuali applicate ed assenti specifiche modalità di assunzione: tutte ”criticità del servizio” che richiedono, per il rapporto, una regolamentazione e criteri contrattuali uniformi.

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