Girelli (Pd) sui pazienti psichici gravi: “Regioni attivi progetti orientati alla recovery”

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Milano. Regione ascolti il grido d’aiuto delle famiglie dei pazienti psichici gravi e attivi progetti orientati alla recovery, ossia il processo  di cura che porta la persona a trovare una propria collocazione nella società. A chiederlo ancora oggi è il consigliere regionale PD Gianni Girelli, dopo che ieri il centrodestra ha bocciato una mozione del PD su questo tema.
“Il nostro atto nasce da un lungo confronto con le famiglie  di pazienti psichici gravi che ci hanno evidenziato le gravi difficoltà nella cura dei propri cari –  afferma Girelli – Per essere efficaci le cure richiedono un’alleanza fra pazienti, famiglie e operatori sanitari e, soprattutto, l’adesione dei pazienti stessi, che, soprattutto nei casi più gravi, non è scontata. Nei CPS è necessario un approccio proattivo degli operatori che devono cercare di stabilire un contatto con il paziente, anche quando, e accade spesso, non è in grado di ricevere aiuto. A mancare è la ‘regia’ degli interventi.  Il Piano terapeutico individuale,  redatto dai Servizi socio-sanitari, permette si  di pianificare un percorso riabilitativo domiciliare ma mancano poi figure che controllano i progressi del paziente fino alla sua recovery”.

“La presa in carico di pazienti con disturbi psichici gravi- sottolinea Girelli- richiede una personalizzazione degli interventi e un’équipe pronta a rimodulare progetti e obiettivi in base alle necessità dell’utente. E questo spesso manca. Esistono casi di buone prassi, per esempio in Emilia-Romagna, nella Provincia autonoma di Trento, a Trieste  e anche in Lombardia, (al  Fatebenefratelli di Brescia e all’ASST  di Niguarda) ma si tratta di iniziative  sperimentali e  non legate fra loro, che  non coinvolgono tutti i territori”.

“Per la salute mentale- attacca Girelli- serve di più. Per questo abbiamo chiesto alla giunta di attivare in tutte le ASST, una  sperimentazione di progetti orientati alla recovery del paziente, che mettano a sistema risorse di tipo sanitario e  sociale, individuando nuovi approcci per  costruire una solida alleanza di cura con i pazienti. I progetti devono prevedere la presenza di un case-manager, che curi la regia del percorso di cura e il coinvolgimento di famiglia, amici, volontari, utenti dei servizi per un supporto tra pari, capaci di guadagnare la fiducia della persona con disturbo psichico. Necessaria una valutazione degli esiti delle cure realizzata  dal gruppo di supporto e da una figura terza  che funga da garante.”

“ Abbiamo, infine- conclude Girelli – chiesto alla Regione di stanziare risorse adeguate, anche in considerazione del fatto che  non si tratta di un costo ma di un risparmio. Ricordo che il costo delle malattie mentali non diagnosticate e mal gestite ha un impatto economico stimato fino al 4,2% del PIL.  La maggioranza  ha respinto ogni nostra proposta, sostenendo che  in Lombardia   sono già attivi interventi efficaci. Purtroppo non è vero. Basterebbe ascoltare le esperienze delle famiglie dei pazienti e gli operatori per rendersene conto. Ma  Lega e alleati ancora una volta  si mostrano sordi ai veri bisogni dei lombardi”.

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