Tamponi in parafarmacia, Mammì: “Federfarma più interessata al diritto al bilancio”

(red.) Gregorio Mammì (M5S): «Nelle ultime settimane abbiamo visto lunghe code di fronte alle farmacie e centri per i tamponi, in parte causati dalle festività natalizie, in parte da una rete regionale che ancora sconta un ritardo a livello di capillarità, ma per Federfarma sembra più importante tutelare il diritto al bilancio che il diritto alla salute dei cittadini. Motivo per cui domani presenterò in Consiglio regionale una mozione che impegni la Giunta ad aprire anche alle parafarmacie e agli infermieri libero professionisti l’accesso al sistema regionale di gestione dei tamponi. Lo scopo è quello evitare il perdurare di questa crisi organizzativa e prevenirne di nuove, incrementando la rete territoriale grazie al lavoro di migliaia di professionisti e centinaia di punti fisici. Il tutto senza l’esborso di soldi pubblici. In attesa di conoscere come voterà il Consiglio Regionale, registriamo con disappunto le parole di Annarosa Racca di Federfarma Lombardia che, parlando di una “battaglia dei centri commerciali”, ha di fatto calciato il pallone in tribuna. Un errore sotto più punti di vista.
Il primo è che non ha senso di parlare di battaglia dei centri commerciali nel momento in cui le parafarmacie in Lombardia sono circa 500 e solo 70 sono in centri commerciali.
Il secondo è che a livello nazionale dal 2006 è stata liberalizzata la commercializzazione dei farmaci di fascia C. Così come la stessa Regione Lombardia con Formigoni aveva seguito la strada delle liberalizzazioni con la delibera 4490 del dicembre 2012 in cui si apriva alla GDO per la distribuzione dei prodotti per celiaci basandosi sul sistema CRS-SISS. Dunque, non si tratta di una battaglia dei centri commerciali, ma del centrodestra lombardo che, a quanto pare, ha cambiato idea.
Il terzo errore è che secondo la delibera della Giunta Regionale n. 5738 del 31 ottobre 2007 avente per oggetto “Progetto CRS-SISS: prima attuazione art.1 l.r. 18/2007” che faceva seguito alla legge 18 del luglio 2007, “tutti gli operatori del sistema regionale socio-sanitario” erano obbligati ad aderire al sistema CRS-SISS: “in particolare per permettere la comunicazione e l’elaborazione dei dati sanitari garantendo il controllo e il contenimento della spesa”. Dunque, ampliare la rete e gli operatori per alcuni settori specifici, è anche un tema di contenimento e controllo della spesa pubblica. Perché se è vero che i privati hanno incassato lauti guadagni anche grazie all’emergenza tamponi, lo è altrettanto che gli amministratori pubblici dovrebbero guardare all’interesse di tutti i cittadini. Specialmente dopo le spese pazze del 2020 quando nell’emergenza sono stati spesi milioni e milioni senza controllo.
Il quarto errore è non citare gli infermieri liberi professionisti. Perché solo su Milano, Lodi, Monza e Brianza sono circa 1800. Risorse umane formate e già potenzialmente operative. Professionisti in grado di aiutare sia oggi che domani un sistema sanitario che ancora aspetta una ricostruzione efficiente della rete territoriale.
Forse però tutto ciò a Federfarma non interessa, perché il suo compito principale sembra essere tutelare il diritto al bilancio delle aziende e non quello alla salute delle persone».

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.