Infezione da West Nile, a Brescia due casi accertati

Ma, nell'ultima settimana, in Italia, i casi di infezione da West Nile Virus nell'uomo sono più che raddoppiati. Sette i decessi notificati: 5 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna. 

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Brescia. Sono Due i casi accertati di persone affette dal virus West Nile, la cosiddetta “febbre del Nilo”, a Brescia. I due casi presentano, in un soggetto, febbre e, nell’altro, l’infezione è stata rilevata in un donatore di sangue.
Ma, nell’ultima settimana, in Italia, i casi di infezione da West Nile Virus nell’uomo sono più che raddoppiati, secondo il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità sull’attività di sorveglianza nei confronti del virus del West Nile, aggiornati al 2 agosto 2022.
Mentre 7 sono stati i decessi notificati: 5 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna.

Il primo caso umano della stagione di West Nile è stato segnalato dal Veneto a giugno nella provincia di Padova. Dall’ultimo bollettino emesso oggi emerge, che sono stati 19 i casi identificati in donatori di sangue (3 in Lombardia, 11 in Veneto, 4 in Emilia Romagna, uno in Piemonte), 19 casi di febbre (2 in Lombardia, 16 in Veneto, uno in Emilia-Romagna) e un caso sintomatico (Veneto). Il precedente bollettino (emesso lo scorso 26 luglio) riportava 42 casi casi confermati di infezione nell’uomo.

Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi o assenti, ma talvolta si sviluppa una grave infezione che interessa il sistema nervoso centrale e possono includere febbre, mal di testa, dolori generalizzati, dolori articolari, vomito, diarrea o eruzioni cutanee.
In rasi casi, si sviluppa un’infezione grave, talvolta fatale, che interessa il sistema nervoso centrale.
Non sono disponibili vaccini per prevenire l’infezione da virus del Nilo occidentale nell’uomo, ma è possibile ridurre il rischio di infezione adottando misure per evitare le punture di zanzara.
La maggior parte dei soggetti con infezione da virus del Nilo occidentale non necessitano di trattamento, ma quelli che sviluppano infezioni del cervello o del midollo spinale richiedono un attento monitoraggio e terapie di supporto, come la ventilazione meccanica.

In Italia, la sorveglianza epidemiologica del West Nile (Wnv) è curata dal Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS e dal Centro studi malattie esotiche (Cesme) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, in collaborazione con il Ministero della Salute, A regolarla è il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025, che integra una parte relativa alla sorveglianza dei casi umani e una parte relativa alla sorveglianza veterinaria. La presenza del West Nile Virus è stata confermata in 15 uccelli appartenenti a specie bersaglio e in 10 uccelli selvatici, così come in 100 virus pool di zanzare catturati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte Emilia Romagna e Lombardia, ma, in quest’ultimo caso, nessuno degli esemplari esaminati e nei quali è stata confermata la presenza del virus proveniva dal Bresciano.

 

 

 

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