“Preoccupazione e grave disagio per il personale dell’Asst del Garda”

Un documento sindacale unitario affronta le importanti carenze negli organici che generano superlavoro e salti di riposo. Un'emergenza che si sovrappone alla pandemia abbassando il livello del servizio ed esasperando gli utenti.

(red.) In un comunicato le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fp Cisl, Fipl Uil e NurSind esprimono “grande preoccupazione per il periodo che sta vivendo il personale tutto dell’Asst del Garda, in questa emergenza pandemica che non dà tregua. La riunione richiesta con urgenza nei primissimi giorni dell’anno alla direzione si è svolta il giorno 17 gennaio, il direttore generale Alparone ha illustrato la situazione del personale, non ha nascosto che il periodo è difficile. Il reclutamento di personale infermieristico per il turn-over è in corso, le difficoltà a reperire questi professionisti sanitari sono note a tutti, i concorsi ad oggi hanno fornito 32 infermieri a altri 18 dovrebbero arrivare entro febbraio, ciò nonostante la situazione resta critica, ad oggi mancano in servizio a vario titolo (per positività al Covid, quarantene, malattie, congedi, ecc.) più di 200 unità di personale di tutte le categorie di lavoratori”.

“Sono numeri importanti”, sottolinea la nota sindacale, “che determinano non solo chiusure di posti letto ordinari, per fare spazio ai pazienti Covid positivi, e liberare risorse di personale, ma impongono a chi è in servizio di fare quelli che in gergo si chiamano ‘salti di riposo’ (cioè rinunciare al necessario riposo settimanale) e spostamenti su altri servizi, oltre al blocco delle ferie. E’ stata inoltre chiesta disponibilità a provvedere alle coperture dei fabbisogni degli Hub vaccinali e dei Centri Tamponi, accolta con spirito di abnegazione da tutto il personale, stiamo lavorando con la direzione per attribuire loro i giusti riconoscimenti economici, e per farlo abbiamo proposto l’utilizzo di istituti straordinari, come per altro straordinario è il momento che il personale sta vivendo”.

“Tutto il personale è in affanno dai medici agli amministrativi”, proseguono Fp Cgil, Fp Cisl, Fipl Uil e NurSind, “questa emergenza ha aggravato una situazione che già in periodo pre-pandemia vedeva l’Asst del Garda soffrire più delle altre aziende del territorio, di deficit di fabbisogno di personale, una eredità questa che nuova amministrazione si trova a gestire. Il personale medico, infermieristico, tecnico sanitario, che attualmente risulta difficile reperire, merita certo una forte presa di posizione delle istituzioni nazionali e regionali, sui reali fabbisogni di formazione di queste figure indispensabili per affrontare le sfide future della sanità e riportarci in linea con gli altri Paesi europei, ma all’Asst del Garda mancano anche di operatori socio sanitari e personale amministrativo, per i quali esistono graduatorie aperte e disponibili ed a nostro avviso – e lo abbiamo chiesto – è necessario procedere con urgenza ad integrarli. Nostro unico obiettivo è quello di mettere nelle condizioni ciascun lavoratore, di operare al al meglio delle proprie possibilità e in sicurezza per rispondere ai problemi dell’utenza”.

“Continueremo a svolgere il nostro compito di portare all’attenzione della dirigenza quanto rappresentano i lavoratori”, continua il documento, “perché si tratta di problematiche concrete che interessano sia gli ospedali, dove in tutti reparti e in particolare quelli ad alta intensità di cure (blocchi operatori , pronto soccorso terapie intensive, dialisi, ecc) il personale dopo due anni di emergenza è stremato da salti di riposo, reperibilità, riduzione delle ferie, ma la carenza interessa anche i presidi territoriali (uffici scelta e revoca dei medici, servizi alla persona , consultori, DSM. eccetera), che sono presi d’assalto per avere risposte in merito, per esempio, alla carenza di medici a cui essere assegnati o di bisogni legati alla emergenza, a problemi legati alla disabilità, alla fragilità che sono in continua crescita. In questi uffici i lavoratori sono oggetto di aggressioni per la intempestività delle risposte, di cui l’utenza li ritiene ingiustamente responsabili, sono aggressioni pesanti quelle che subiscono, continue, che lasciano gli operatori annichiliti, in assenza di risposte da dare alle persone e di tutele per se stessi”.

“Quelli che noi segnaliamo sono problemi concreti, di carenze di personale note da tempo” ribadiscono i sindacati, “frutto anche del blocco delle assunzioni, che per quasi 20 anni ha interessato tutto il pubblico impiego, compresa la sanità che è composta oggi da una popolazione di lavoratori che invecchia, con tutto ciò che questo comporta e a tal proposito le nostre organizzazioni chiedono da tempo un piano straordinario di assunzioni. Crediamo inoltre che in vista della imminente apertura di Case di comunità in attuazione della riforma del Ssr sul nostro territorio, non sia più procrastinabile un confronto con le rappresentanze dei lavoratori, ne è esempio la comparsa della cartellonistica della Casa di comunità presso l’ospedale di Leno che ha destato la perplessità nei lavoratori e nella popolazione, in quanto è comparsa in ospedale senza alcuna informativa. Il nostro territorio ha bisogno di servizi e non di propaganda. La popolazione necessita di risposte ai bisogni di salute, i lavoratori anche. Resta alta la nostra preoccupazione perché, le risposte che attendiamo a tutela della ‘salute’ di chi ha l’incarico di prendersi cura delle persone che abitano il nostro territorio, dopo due anni di pandemia, non possono più essere disattese”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.