Covid, terza dose di vaccino? A ottobre il responso

Sempre più plausibile la necessità di una ulteriore somministrazione per tutelare i più fragili. Uno studio di Israele confermerebbe l'efficacia della terza dose di vaccino Pfizer.

(red.) Mentre prosegue la campagna vaccinale in tutta Italia, con un pressing ora maggiore sulla fascia d’età 12-18 anni, che, nel bresciano, ha già raccolto il 75% circa di adesioni (tra prima dose inoculata e prenotazioni), in vista della prossima riapertura delle scuole, la scienza si interroga sulla possibile necessità di effettuare una terza somministrazione, soprattutto per la fascia di persone più fragili, così da assicurare una maggiore protezione dal Sars2 Covid 19.

“Probabilmente”, ha spiegato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, “le persone immunodepresse potranno essere rivaccinate con un richiamo, un’unica dose, e c’è anche il Cts che si è espresso in questo senso. Per quanto riguarda le altre persone, i fragili e le persone più anziane per arrivare agli operatori sanitari, c’è una discussione anche in ambito europeo e ancora non si è arrivati a una decisione”.

Al momento, quasi il 90% degli italiani che hanno oltre 60 anni, i più fragili per età di fronte al coronavirus, sono stati vaccinati completamente o con almeno una dose. Nel bresciano, attualmente, in questa fascia d’età, a mancare all’appello sono ancora  56mila persone .
Ma, c’è il cosiddetto “effetto paradosso”, ovvero le alte coperture fanno sì che tra i nuovi infetti e ricoverati ci siano anche persone che avevano completato il ciclo, soprattutto fra gli ultraottantenni.

Nell’ultimo mese, in base ai dati dell’Istituto superiore di sanità, ne sono finiti in ospedale 220 senza vaccino e 294 che lo avevano fatto. Si tratta di coloro per i quali il medicinale non funziona, circa il 5% del totale, secondo gli studi. Attualmente solo l’8% degli over 80 risulta non vaccinato ed ha un rischio molto più alto di ammalarsi.

vaccino pfizer

“Gli studi”, ha spiegato Rezza, “ci dicono che almeno fino a 9 mesi dal completamento del ciclo vaccinale le risposte immunitarie sembrano tali da poter proteggere la maggior parte delle persone, nei confronti perlomeno delle forme più gravi di malattia. Io credo che nel giro di un mese bisognerà decidere se rivaccinare, chi e in quali tempi. E’ una decisione”, ha precisato, “che dovrà essere meditata bene. Ma probabilmente le persone più fragili e più anziane effettueranno un richiamo, non abbiamo ancora deciso quando”.

Interpellato sulle recenti dichiarazioni del consulente scientifico della Casa Bianca, Anthony Fauci, circa la possibilità dei vaccinati di trasmettere il virus, il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha spiegato: “Sappiamo che la vaccinazione con ciclo completo riduce dell’88% il rischio di infezione e oltre il 95% l’ospedalizzazione. Ma se vaccinati contraggono infezioni hanno sintomi lievi ma il virus si moltiplica e possono trasmetterlo come lo può trasmettere un positivo non vaccinato, come detto da Fauci. Questo lo sappiamo da qui l’invito a mantenere le distanze di sicurezza e le mascherine nelle situazioni di assembramenti”.

vaccino studenti

Commentando l’attuale quadro epidemiologico, Brusaferro ha sottolineato: “La variante Delta è ormai dominante. Quindi sarà in qualche modo la variante che circola diffusamente un po’ in tutto il Paese. Fortunatamente la variante Gamma sta diminuendo e dobbiamo porre molta attenzione anche a sequenziare e a guardare la possibilità di nuove varianti che dovessero emergere, avendo a questo punto uno scenario caratterizzato prevalentemente dalla Delta”.

Il tema più scottante sul tavolo del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità è quello della durata dell’efficacia del vaccino.
Per quanto tempo si è immunizzati? L’Istituto sta così valutando i dati per capire se tra i vaccinati che si ammalano c’è una prevalenza di coloro che hanno avuto la somministrazione da più tempo, cosa che appunto rivelerebbe una riduzione della protezione.

L’idea al momento prevalente è di aspettare ottobre e vedere quante persone sono state vaccinate e cioè se si è raggiunto l’obiettivo dell’80%, cosa che sembra molto probabile. A quel punto si continueranno a fare somministrazioni alle persone scoperte che lo chiedono ma si dovrebbe anche iniziare con le terze dosi ai più fragili.

E se dagli Stati Uniti, intanto, arriva l’annuncio dell’avvio della distribuzione delle terze dosi di vaccino già dal prossimo mese, da Israele giunge uno studio sull’efficacia della terza dose del vaccino Pfizer. In base a quanto emerso dai primi risultati di uno studio, la terza dose del vaccino Pfizer, ad una settimana o oltre dell’inoculazione, mostra una efficacia contro il virus dell’86% tra gli over 60. Lo studio ha comparato quasi 150mila persone al settimo giorno dalla terza dose, con oltre 675mila individui (distinti per età, genere, stato sociale e gruppo di popolazione) con solo 2 dosi tra gennaio e febbraio 2021, 5 mesi prima. Nel primo gruppo a diventare positivi sono stati in 37, mentre nel secondo 1.064.

 

 

 

 

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