Coronavirus a Brescia, altre 25 vittime. Gerli: a fine aprile numeri da zona bianca

Anche ieri un terzo dei nuovi casi positivi tra i 25 e i 49 anni. La curva del contagio nelle previsioni dell'esperto.

(red.) Ieri, domenica 21 marzo, come di consueto ogni domenica, le Ats di Brescia e della Valcamonica non hanno comunicato i dati precisi sulle nuove vittime da coronavirus in provincia registrate nelle ore precedenti. Ma dal bollettino quotidiano e sintetico della Regione Lombardia emerge che nel nostro territorio nel fine settimana si sono segnalati altri 25 morti, un numero che purtroppo resta ancora alto da giorni e sempre in doppia cifra. Ma intanto arrivano altre indicazioni sul fronte dei nuovi casi di contagio nella nostra provincia.

Tanto che un terzo degli oltre 900 nuovi casi positivi sono giovani, dai 25 ai 49 anni e pari a quasi 300 e oltre 200 quelli fino a 64 anni. I nuovi minorenni positivi al contagio sono 143, mentre si nota un calo dell’aumento, a meno di 100, degli over 75, segno che la campagna di vaccinazione sta procedendo e avendo i suoi effetti. In questo senso in provincia di Brescia raggiungono i 1.000 casi di contagio dall’inizio della pandemia anche Gardone Valtrompia e Mazzano. E l’incidenza resta alta, a 453 casi ogni 100 mila abitanti, anche se in questo senso l’esperto padovano Alberto Gerli, interpellato dal Giornale di Brescia, prevede che alla fine del mese la curva del contagio calerà intorno ai 500 nuovi casi giornalieri, mentre alla fine di aprile l’intera provincia di Brescia potrebbe raggiungere numeri da zona bianca.

Una situazione che però al momento pesa anche sulle strutture sanitarie bresciane. Sono 503 i posti letto occupati agli Spedali Civili, altri 243 nelle strutture dell’Asst del Garda, 107 in Franciacorta, 149 alla Poliambulanza, 121 negli ospedali del Gruppo San Donato e 78 in Valcamonica. E la preoccupazione riguarda anche le terapie intensive che restano stabili con 39 pazienti al Civile, 23 sul Garda, 11 in Franciacorta, 22 in Poliambulanza e 14 al San Donato. Su questo fronte anche il medico anestesista e rianimatore della Poliambulanza Elena Malpetti ha lanciato l’allarme sostenendo l’importanza di un’accelerazione nella campagna di vaccinazione.

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