Coronavirus a Brescia, dati da zona rossa. “Altri 7-10 giorni per il picco”

La nostra provincia è stata prima, con Bologna, per incidenza di nuovi casi nella prima settimana di marzo.

(red.) Quella di ieri, mercoledì 10 marzo, è stata l’ultima giornata, di due settimane, in cui la provincia di Brescia e alcuni Comuni bergamaschi della cintura lungo il lago d’Iseo sono stati in zona arancione scuro. Ma di fatto da oggi, giovedì 11, non cambia nulla dal punto di vista delle restrizioni visto che l’intera Lombardia, almeno fino a domenica 14 marzo e su ordinanza del governatore Attilio Fontana, si trova in zona arancione rafforzato. Il problema è che il territorio bresciano continua a restare in attesa di capire cosa potrà succedergli dal punto di vista delle restrizioni. E’ ormai chiaro che, guardando ai numeri, la nostra provincia sia di fatto da zona rossa da ormai metà di febbraio, invece dallo scorso 23 dello stesso mese è stato arancione scuro.

Tuttavia, la settimana dall’1 al 7 marzo, come riporta in una serie di dati il Giornale di Brescia, il nostro territorio ha presentato l’incidenza più alta a livello nazionale, insieme a Bologna, con più di 584 casi ogni 100 mila abitanti e attualmente in lieve diminuzione. Questo vuol dire il doppio dei 250 casi ogni 100 mila abitanti che, secondo gli esperti, dovrebbero far scattare in automatico la zona rossa. Al momento 8 dei nuovi casi su 10 in proporzione di contagiati sono derivanti dalla variante inglese, ma a livello nazionale non può essere decisa la zona rossa per una singola provincia. La cabina di regia del Comitato tecnico scientifico ha i dati regionali e per questo motivo il Pirellone, nel caso, avrebbe dovuto decretare una zona rossa sul bresciano.

Anche se al momento l’incidenza alta riguarda anche Mantova, Como, Cremona, Monza e perfino Milano, senza dimenticare la saturazione delle terapie intensive alle quali si è arrivati. Di fatto, quindi, l’intera Lombardia sarebbe da zona rossa e su questo fronte è attesa la decisione definitiva domani, venerdì 12 marzo, dopo la cabina di regia e con le misure locali che scatterebbero da lunedì 15 marzo. Nel frattempo nel bresciano si cerca di capire quando potrà arrivare il picco. Un altro esperto, Paolo Spada operativo all’Humanitas Research Hospital di Milano, interpellato dal Giornale di Brescia, parla di un calo nella variazione dei nuovi casi e del fatto che la spinta si stia esaurendo, verso il picco della prossima settimana, o 10 giorni, quindi fino al 18 o 21 marzo. Il problema è che in seguito si rischia di avere un plateau oltre il quale non ci sarà più una crescita esponenziale, ma aumenteranno i ricoverati e quindi anche i decessi.

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