Coronavirus, negli ospedali bresciani i posti letto Covid sono esauriti

Continuano i trasferimenti verso le altre strutture lombarde per continuare ad assistere anche gli altri pazienti.

(red.) La continua pressione sulle strutture sanitarie bresciane e connessa all’esplosione dei nuovi casi di contagio da Covid-19 in questo periodo di fine febbraio si riflette tutto in un elemento: negli ospedali della nostra provincia i posti letto dedicati ai pazienti Covid si sono esauriti. Di conseguenza, come ormai è stato predisposto dopo la drammatica lezione appresa in occasione della prima ondata esattamente un anno, si attiva la rete ospedaliera lombarda. Questo vuol dire che i pazienti in arrivo agli ospedali bresciani che non sono hub di riferimento per il Covid vengono trasferiti nelle strutture delle altre province lombarde.

In modo tale che gli ospedali bresciani, attualmente i più colpiti, possano continuare a garantire l’assistenza anche ai pazienti affetti da altre patologie. Lo sanno bene alla Poliambulanza di Brescia dove ci sono 110 ricoverati Covid e altri 16 in terapia intensiva. Per questo motivo ieri, venerdì 26 febbraio, una decina di pazienti sono stati trasferiti al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, a Seriate, a Romano di Lombardia e a Sondalo. Un’altra situazione preoccupante è quella del Mellini di Chiari che attualmente ha occupati 95 dei 105 posti letto disponibili e proprio qui si nota anche un’età media più bassa per quanto riguarda i nuovi ricoverati, anche con meno di 50 anni.

Per quanto riguarda gli Spedali Civili, che sono hub di riferimento, sono stati potenziati i posti letto con 160 Covid alla Scala 4 e altri portati negli altri reparti e ai presidi Gardone Valtrompia e Montichiari per un totale di 273 ricoverati ordinari e 27 in terapia intensiva. Guardando ai dati dell’aumento dei nuovi casi, c’è la necessità di potenziare i posti letto, considerando che in media il 10% dei nuovi positivi avrà bisogno di un ricovero. Dalla Poliambulanza sottolineano come stavolta l’ondata, probabilmente l’inizio della terza, sia partita dal bresciano e in anticipo rispetto alle altre province lombarde. Per questo motivo questa volta è Brescia a chiedere aiuto, dopo aver sostenuto altre strutture nella prima ondata lo scorso anno.

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