Lombardia resta gialla, ma Fontana: “Bisogna rivedere le fasce di colore”

"Non si può ogni volta essere in apprensione fino al venerdì pomeriggio. C'è bisogno di maggiore stabilità".

(red.) Il territorio della Regione Lombardia può continuare a restare in zona gialla, dal punto di vista delle fasce di rischio per quanto riguarda la diffusione del contagio da Covid-19 e con le minori restrizioni, almeno per un’altra settimana. Il monitoraggio di ieri, venerdì 19 febbraio, ha mostrato come la Lombardia abbia un indice di contagio Rt appena al di sotto dell’1, pari a 0,95, “salvandola” dal rischio dal rischio di finire di nuovo nella più stringente zona arancione. Questo vuol dire che le attuali misure restano confermate anche da domani, domenica 21 febbraio, con la possibilità di muoversi tra Comuni, bar e ristoranti aperti fino alle 18, così come i negozi aperti, ma rispettando tutte le regole che già sono ormai note.

Tuttavia, dalla Lombardia chiedono maggiore stabilità e di rivedere le regole delle fasce di colore soprattutto per non creare troppe incertezze ai commercianti e alle attività produttive. “Bisogna rivedere il metodo geografico dei colori, che è una continua rincorsa del sali e scendi del virus – ha detto ieri il governatore Attilio Fontana annunciando il fatto che la Lombardia resti in zona gialla – abbiamo bisogno di rivedere questo sistema che ci tiene in apprensione fino al venerdì pomeriggio di ogni settimana. Dobbiamo dare modo alle famiglie, alle imprese e alle attività commerciali di avere la capacità di organizzarsi, di avere un più ampio respiro per poter organizzare le proprie attività.

E credo che questa decisione possa essere un primo, grande e netto cambio di passo per il nuovo governo. Serve ragionare sulle regole necessarie a svolgere le diverse attività. Non dobbiamo essere noi a inseguire il virus ma prevedere quello che farà. Si dovrebbe rivedere il metodo delle limitazioni – aggiunge il presidente – che andrebbero fatte per periodi più lunghi per evitare chiusure e aperture senza dare certezze alle attività e ai cittadini. Ci sono comportamenti inaccettabili che favoriscono la diffusione del virus, ma ci sono anche altri che si possono realizzare con il rispetto delle linee guida”.

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