La Lombardia resta gialla per un pelo

Bocciate la Toscana, l'Abruzzo, la Provincia autonoma di Trento e la Liguria che passano arancioni. Nella nostra regione non cambiano le regole di comportamento.

(red.) Resta gialla la Lombardia, scongiurato fino al 5 marzo un declassamento con il ritorno all’arancione che qualcuno paventava, soprattutto visti i numerosi focolai di coronavirus in corso in alcune zone circoscritte, anche della provincia di Brescia.
La decisione del ministro della Salute Roberto Speranza boccia la Toscana, l’Abruzzo, la Provincia autonoma di Trento e la Liguria che passano dalla zona gialla all’arancione, aggiungendosi all’Umbria. Nessuno finisce in zona rossa, mente restano in zona gialla 15 regioni, tra cui la Lombardia. Certo, l’abbiamo scampata per un pelo perché l’indice di contagio Rt è pari al 0,97 e se fosse stato 1 saremmo stati puniti. Anche per questo la vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, invita alla prudenza: “Non allentiamo l’attenzione. Comportamenti rigorosi e ispirati al senso civico devono sempre essere una priorità anche in un momento dove c’è voglia di socialità e di riprendere in mano la nostra vita”.

Intanto potremo ancora spostarsi senza limitazioni in tutta la regione
(ma non uscirne se non per gravi motivi di salute o di lavoro). Potremo lasciare il comune senza autocertificazione anche se dalle 22 alle 5 resterà in vigore il coprifuoco notturno. Attenzione agli spostamenti per far visita ad amici e parenti nelle abitazioni private: saranno possibili solo per due persone al massimo e per una sola volta al giorno.
Bar, ristoranti, pasticcerie e locali restano aperti al pubblico tutti i giorni fino alle 18, poi solo prodotti da asporto o consegne a domicilio. Aperti pure i negozi che non vendono beni di prima necessità. Ma i centri commerciali resteranno chiusi nei festivi e prefestivi. Anche i musei saranno aperti solo dal lunedì al venerdì . Chiusi cinema e teatri.

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