Vaccino anti-Covid, in arrivo 61 mila a febbraio nel bresciano. Cercasi medici

Lettera dell'assessore Moratti al commissario Arcuri: reclutare specializzandi e medici e infermieri in pensione.

(red.) Nella giornata di oggi, lunedì 1 febbraio, si terrà un importante confronto in videoconferenza tra il Governo e le regioni, oltre al commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri, per definire meglio il calendario della seconda fase di vaccinazione anti-Covid. Questo, anche dopo che l’Aifa ha dato il via libera alla distribuzione delle dosi di AstraZeneca, seppure solo per la popolazione fino ai 55 anni. Un confronto, quello di oggi, che sarà importante anche per la Lombardia, considerando il numero di abitanti da vaccinare, cioé almeno 6 milioni di persone dopo che, per la fine di marzo, terminerà l’attuale fase dedicata agli operatori sanitari e alle case di riposo.

Su questo fronte, come riporta il Giornale di Brescia, la vicepresidente e assessora alla Sanità del Pirellone Letizia Moratti ha inviato una lettera proprio al commissario Arcuri per valutare la possibilità di reclutare, tra specializzandi, medici e infermieri in pensione, chi potrà sottoporre il vaccino. Nel frattempo nel corso del mese di febbraio che inizia oggi, lunedì 1, in provincia di Brescia arriveranno circa 61 mila prodotti dai quali ricavare le dosi. E per quanto riguarda la Lombardia sul fronte del personale da reclutare verranno contattati più di 600 operatori solo per febbraio, mentre il personale massimo, pari a circa 2.500 persone, sarà impiegato in estate quando la campagna interesserà in modo massiccio l’intera popolazione.

Ma i contatti stanno continuando anche con i Comuni per individuare le sedi temporanee dove effettuare la somministrazione. E sempre dal punto di vista della campagna vaccinale, dalla Lombardia fanno sapere di aver contattato Guido Bertolaso per capire la sua disponibilità nel collaborare al progetto di vaccinazione. Tutto questo, mentre da oggi, lunedì 1 febbraio, anche la Lombardia entra in zona gialla sul fronte delle misure anti-contagio e meno restrizioni rispetto alla fascia arancione e rossa. Tuttavia, il governatore Attilio Fontana ha fatto sapere di volere “far fronte compatto con tutte le Regioni affinché il Governo centrale riveda i criteri troppo spesso astrusi e incomprensibili dei Dpcm (penalizzando fortemente singole categorie produttive) e provveda a ristorare concretamente e in tempi certi chi più degli altri ha subito i danni della pandemia”.

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