Tutti a scuola il 7 gennaio, ma resta il nodo trasporti

Servono risorse, chiede l'Agenzia Tpl. Intanto il governo prepara il Dpcm per Natale. Ristoranti e impianti sciistici chiusi e coprifuoco.

(red.) Claudio Bragaglio, presidente dell’Agenzia Tpl Brescia, per il trasporto pubblico locale, ha messo subito le mani avanti: senza consistenti investimenti per sostenere l’aumento delle corse e la rarefazione delle presenze consentite sui bus, non sarà possibile gestire in sicurezza ed efficienza il nuovo servizio con il ritorno massiccio degli studenti tra i banchi di scuola.
Però, con tutte le cautele d’obbligo, prende sempre più strada l’ipotesi che dal 7 gennaio gli studenti delle superiori tornino in classe in tutta Italia: è stata infatti accantonata l’idea di un ritorno tra i banchi a dicembre, caldeggiata dalla ministra Lucia Azzolina. Anche se, come spiega Bragaglio, non solo sarà impossibile l’ingresso per tutti alla stessa ora, ma anche quello scaglionato tra le 8 e le 10: «In assenza di impegni precisi per le risorse l’Agenzia è costretta a operare tagli di servizio corrispondenti ai mancati introiti, che si traducono nell’ordine di milioni di bus/chilometro».

Regione, Comune e Provincia di Brescia, insomma, dovrebbero aprire i cordoni della borsa confermando gli impegni già presi, ai quali bisogna aggiungere un altro paio di milioni per i servizi aggiuntivi. Altrimenti anche il Piano per la scuola elaborato per il Tavolo prefettizio, che prevede doppio ingresso alle 8 e alle 10 e il 50% di didattica a distanza, resterebbe pura teoria. Sono 16 mila iscritti alle scuole superiori della città che provengono dalla provincia e la maggior parte di loro prende il pullman ogni mattina.

Intanto il governo deve affrontare la questione degli spostamenti tra Regioni, con il rientro a casa per Natale. Il problema è che sarebbe folle dare il liberi-tutti per le feste, con il rischio di dover chiudere di nuovo a febbraio. Esperienza che l’Italia ha già fatto in occasione delle ferie estive. Però se a metà dicenbre tutte le regioni fossero in fascia gialla, come spera il governo, sarebbe difficile bloccare i trasferimenti degli italiani da Nord a Sud.
Con il prossimo Dpcm, la cui stesura è alle battute conclusive,  saranno sicuramente vietati pranzi e cene fuori casa, con ulteriore penalizzazione per i ristoratori che a Natale e Santo Stefano dovranno restare chiusi, mentre in casa la raccomandazione (ma niente divieti) sarà quella di limitarsi a sei persone.

Dovrebbero restare chiusi anche gli impianti sciistici, che stanno facendo forti pressioni sulle autorità in favore di una riapertura, ma si potrà accedere alla seconda casa in montagna. E chi andrà a sciare all’estero (l’Austria e la Svizzera hanno deciso di tenere aperto) al rientro dovrà fare il tampone o la quarantena. A Natale sarà possibile invece andare a messa, anche a quella della vigilia, però resterà il coprifuoco, probabilmente per la vigilia e per la fine dell’anno subito dopo la mezzanotte.

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