Coronavirus e nuovo dpcm, Fontana (Lombardia) chiede misure nazionali

Per il governatore "il virus è diffuso nel Paese, differenze nel tracciamento". Da oggi anche i tamponi rapidi.

(red.) Quella di oggi, lunedì 2 novembre, sarà una giornata cruciale dal punto di vista delle misure ancora più stringenti che saranno introdotte nel nuovo decreto del presidente del Consiglio che il premier Giuseppe Conte presenterà a Camera e Senato prima di firmarlo, probabilmente domani, martedì 3 novembre. Al momento si parla di ipotesi in campo e anche oggi vanno avanti gli incontri con le regioni e gli enti locali per arrivare a una quadra. Da questo punto di vista, in Lombardia che è il territorio più colpito dai casi di contagio in questa seconda ondata, stamattina, lunedì 2 novembre, è in programma un incontro in video conferenza dal Pirellone con tutti i sindaci dei Comuni capoluogo di provincia per definire un’intesa da presentare poi al Governo.

E in questo senso, di fronte a una possibilità di avere lockdown locali e territoriali, il governatore Attilio Fontana ha chiesto al Governo maggiore attenzione prima di decretare nuove chiusure. Al momento si parla anche della mobilità più ridotta per gli over 70, la riduzione della capienza consentita sul trasporto pubblico locale e la chiusura di parchi e giardini. Ma per lo stesso governatore è necessario attendere ancora l’evoluzione dei dati e l’efficacia delle misure adottate fino ad oggi e verificare solo tra alcuni giorni misure di lockdown generale, da adottare comunque tramite un provvedimento nazionale. E qualsiasi misura di chiusura, per Fontana, dovrà essere oggetto di compensazione economica per le categorie colpite.

“La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese – dice Fontana – le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. È evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi”. Nel frattempo, sempre da oggi, in Lombardia arrivano i tamponi rapidi antigenici utilizzati dalle Ats e Asst. E dopo una delibera che sarà presentata domani, martedì 3, in giunta, saranno forniti a medici e pediatri di famiglia che daranno la disponibilità. “Queste tipologie di test consentono una rapida definizione dell’esito. Sono, quindi, molto importanti per l’individuazione dei possibili casi Covid in diversi ambiti” dice ancora il presidente Fontana.

“I tamponi antigenici rapidi saranno resi disponibili per medici e pediatri di famiglia. Inoltre, per le Usca che effettuano test a domicilio su indicazione del medico, o in determinate collettività, nel settore scolastico, nelle unità d’offerta residenziali e semiresidenziali, nei pronto soccorso, negli istituti penitenziari per una rapida definizione dei casi positivi e dei contatti stretti” aggiunge l’assessore al Welfare Giulio Gallera. “Viene disciplinato l’utilizzo del tampone antigenico anche al di fuori dei percorsi di sanità pubblica. I medici potranno eseguire i test rapidi in centri e ambulatori privati, oppure nelle farmacie dei servizi.

Questo purché venga garantita la segnalazione degli esiti all’Ats. E purché siano fornite le opportune informazioni sulla quarantena o sull’isolamento in caso di positività, oltre alla prenotazione del tampone molecolare di conferma senza costi o procedure aggiuntive per il cittadino. Analoghe prescrizioni valgono in caso di effettuazione dei test da parte del medico in ambito aziendale. Le nostre Ats e Asst hanno predisposto progetti specifici che prevedono l’allestimento di punti tamponi sul territorio. Lo hanno fatto in raccordo con i Comuni e avvalendosi in alcuni casi della collaborazione con la sanità militare”.

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