Coronavirus, altre tre vittime nel bresciano. In Lombardia Rt sopra 2

In città, a Rezzato e Castelcovati le vittime. Lunedì incontro con i sindaci in vista di un possibile lockdown locale.

(red.) Nel bollettino quotidiano diffuso anche ieri, venerdì 30 ottobre, dalla Regione Lombardia sul fronte della pandemia da Covid-19 si parla, purtroppo, anche di 48 decessi. E tre di questi si sono registrati nel bresciano – in città, a Castelcovati e Rezzato – per una situazione che non si vedeva da oltre quattro mesi, precisamente dalla scorsa metà di maggio. A questo si aggiunge anche il fatto che a Brescia città, per la prima volta dopo la prima ondata la scorsa primavera, ha contato 100 nuovi casi positivi nell’arco delle ultime 24 ore. Anche se bisogna sottolineare che il numero più recente si riferisce a un dato molto più alto di tamponi effettuati rispetto al periodo della scorsa primavera.

Nel frattempo dagli Spedali Civili di Brescia, che è un hub punto di riferimento Covid in tutta la Lombardia, fanno sapere di aver quasi completato l’occupazione dei posti letto Covid anche e soprattutto per il trasferimento di diversi pazienti dalle province in questo momento più colpite come Milano, Varese e Como. Un dato positivo e più tranquillizzante, invece, riguarda le terapie intensive bresciane che al momento presentano numeri gestibili. Restando sempre nell’arco dei numeri, però, è da sottolineare che le persone poste in isolamento obbligatorio dopo essere entrate in contatto con soggetti positivi sono aumentate, tanto da passare dai 2.234 dell’altro giorno, giovedì 29 ottobre, ai 2.737 di ieri, venerdì.

Intanto in Lombardia, visti gli ultimi dati sui nuovi positivi arrivati quasi a 9 mila, ci si interroga su cosa fare per ridurre il contagio e rendere meno pesante la situazione negli ospedali. In questo senso è preoccupante anche l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dello Salute, pubblicato ieri, venerdì 30 ottobre (qui il documento), relativo alla settimana precedente. Si parla di un ulteriore peggioramento della pandemia a livello nazionale, con numeri di nuovi casi raddoppiati a distanza di una settimana. E mentre ci sono 11 regioni a rischio, altre quattro, Lombardia compresa, sarebbero entrate nello scenario 4, cioè il peggiore. Tanto che nella nostra regione l’indice di contagio è salito a oltre 2: vuol dire che un positivo sarebbe in grado di contagiare altre due persone.

Per questo motivo il monitoraggio chiede una “drastica riduzione delle interazioni fisiche”. Ma in Lombardia si attende ancora. “E’ necessario qualche giorno di tempo per vedere se le restrizioni previste dal Dpcm, sommate a quelle che riguardano specificatamente la nostra regione, si sono rivelate utili per il contenimento del virus” ha detto ieri il governatore Attilio Fontana annunciando anche che lunedì 2 novembre incontrerà in video conferenza l’Anci e i sindaci capoluogo di provincia per capire come muoversi. E intanto l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha annunciato l’apertura dei Centri diagnostici territoriali dove il paziente viene visitato e per poi essere riportato a casa in tele-monitoraggio, oppure ricoverato in reparto senza appesantire i pronto soccorso.

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