Coronavirus, diffusione accelera. Al Civile in terapia intensiva salgono a 10

Il consueto report di Ministero e Iss sottolinea l'aggravarsi della situazione. L'evoluzione sta peggiorando.

(red.) L’aumento generalizzato dei ricoveri in tutta Italia dovuti a questo inizio di seconda ondata del Covid-19 non esula nemmeno il territorio bresciano. Tanto che dagli ultimi numeri aggiornati alle ore precedenti a venerdì 16 ottobre si sottolinea come i ricoverati in terapia intensiva all’ospedale Civile di Brescia, punto di riferimento Covid, siano passati da 6 a 10 nell’arco di tre giorni e di cui 9 intubati. Intanto ieri, giovedì 15, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore della Sanità hanno diffuso il consueto report settimanale (qui il documento) sull’andamento del contagio relativo al periodo dal 5 all’11 ottobre. “Si assiste a una accelerazione nella evoluzione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero di casi, evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni/PA, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese.

È quindi necessaria – si legge nel documento – una rapida analisi del rischio sub-regionale per il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette. In Italia si osserva un’accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia segnalato da undici settimane che si riflette in un aggravio di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta si segnalano elementi di criticità elevata relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese. Si fa appello alla popolazione di evitare quanto più possibile eventi e iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi al fine di limitare il rischio di trasmissione per evitare un ulteriore e più rapido peggioramento dell’epidemia. La trasmissione locale del virus, diffusa su tutto il territorio nazionale, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti soprattutto segnalati in ambito domiciliare/familiare.

Rimane fondamentale – continua il report – mantenere un’elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento ormai chiaro e più rapido della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico. Sono in lieve aumento focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito intra scolastico. Rimane quindi essenziale mantenere l’attenzione sulle misure già introdotte per prevenire trasmissione intra scolastica come la rilevazione della temperatura giornaliera e le procedure per la gestione di casi sospetti sintomatici in ambito scolastico.

Il tracciamento dei casi e dei loro contatti e la conseguente riduzione nei tempi tra l’inizio della contagiosità e l’isolamento restano elementi fondamentali per il controllo della diffusione dell’infezione che devono essere assolutamente perseguiti. L’aumento di focolai e di casi non associati a catene di trasmissione evidenzia la criticità nell’impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati. Per quanto riguarda la Regione Lombardia che è tornata a guidare la drammatica classifica dei nuovi casi positivi è stato registrato (qui il report) nell’arco di due settimane un indice medio del contagio di 1,15.

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