Coronavirus, l’Aivec impugnerà il Dpcm e chiede la didattica a distanza

(red.) L’A.I.V.E.C. (associazione italiana vittime emergenza covid 19), proseguirà nel percorso volto ad ottenere la regolamentazione delle lezioni con la didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado impugnando, nei prossimi giorni il DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale  Serie Generale n. 253 del 13-10-2020, nella parte in cui non prevede l’attivazione della didattica a distanza e le sue modalità.

“Come preannunciato, l’associazione AIVEC proseguirà nel già tracciato percorso volto ad ottenere la
regolamentazione delle lezioni con la didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado. A tal fine,
nei prossimi giorni impugnerà il DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 253 del 13-
10-2020, nella parte in cui non prevede l’attivazione della didattica a distanza e le sue modalità, peraltro,
in aperto contrasto con il contenuto dell’allegato n. 21, richiamato dallo stesso DPCM nel quale si legge
testualmente: è infine noto che la carica virale di sintomatici e asintomatici non è statisticamente
differente e quindi il potenziale di trasmissione è verosimilmente lo stesso. Più in generale, non è noto
quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano Sars-cov2 rispetto agli adulti, anche se la
carica virale di sintomatici e asintomatici e quindi il potenziale di trasmissione non è statisticamente
differente. Questo non permette una realistica valutazione della trasmissione Sars-cov2 all’interno
delle scuole del contesto italiano.

“Il diritto alla salute costituzionalmente garantito non incide solo sull’individuo ma è anche a protezione della collettività alla quale deve essere garantita la sicurezza sul posto di lavoro, negli ambienti pubblici in generale e quindi nelle scuole. Il diritto allo studio dovrà essere garantito in sicurezza e l’unico attuale strumento è costituito proprio dalla didattica a distanza tanto conclamata”.
Secondo l’associazione, quindi, il DPCM si pone in aperto contrasto con l’art. 174 paragrafo 2 del Trattato Istitutivo dell’Unione Europea nonostante l’approccio precauzionale sia stato ampiamente utilizzato in politica e più in generale nella gestione dell’ambiente. “In sintesi, la richiamata norma dispone che il principio di precauzione può essere invocato ogni qualvolta ci si trovi di fronte a un intervento urgente o a un possibile pericolo per la salute umana, ovvero di fronte alla protezione dell’ambiente nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, come nel caso in esame. Dalla lettura del DPCM emerge, altresì, come sia stato trascurato il comparto scuola al quale non è stata prestata la giusta attenzione come per gli altri settori”.
AIVEC, prima che la curva dei contagi salga ulteriormente chiede una risposta istituzionale, ed è pronta d adire la Giustizia nelle opportune sedi.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.