Coronavirus, aritmie cardiache tra i sintomi. Il Civile monitora i guariti

In seno al massimo ospedale cittadino è nato uno studio che porta al monitoraggio dei pazienti dimessi.

(red.) Giorno dopo giorno e dopo varie esperienze condotte sul campo, i medici e ricercatori sono in grado di conoscere e capire gli effetti che il Covid-19 provoca sull’organismo umano. I problemi respiratori sono i primi ad essere emersi, seguiti poi da quelli neurologici. Ma in seguito si è anche scoperto che tra i sintomi più lamentati dai pazienti costretti a finire in ospedale ci sono le aritmie cardiache, quindi gli sbalzi dei movimenti del cuore, cioé le palpitazioni, tachicardia e fibrillazione atriale. Questi sono i sintomi più lamentati tra i soggetti finiti in terapia intensiva e connessi alla difficoltà di respirazione.

Sul fronte delle conseguenze e se i pazienti presentino gli stessi sintomi dopo essere guariti dal virus, l’ospedale Civile di Brescia attraverso la Fondazione omonima ha lanciato lo studio “1.000 ritmi del cuore”. Il primo obiettivo è “determinazione della prevalenza di aritmie sintomatiche e asintomatiche nei pazienti dimessi dalla cardiologia colpiti da Covid-19 – dice Antonio Curnis a capo del laboratorio di Elettrofisiologia degliSpedali Civili e coordinatore della ricerca – altri obiettivi secondari sono poi la stima dei pazienti con fibrillazione atriale, che prima di quel momento non era stata individuata o trattata, e la caratterizzazione completa di tutte le aritmie cardiache che potrebbero essere rilevate durante il monitoraggio”.

E proprio per il monitoraggio, come spiega Marta Nocivelli presidente della Fondazione Spedali Civili, sono stati acquistati diversi monitor in grado di misurare, nelle 24 ore anche pressione sanguigna e apnee notturne. E’ un vero e proprio test post-Covid per capire quanti dei pazienti lamentano ancora gli stessi sintomi che presentavano al momento del ricovero.

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