Coronavirus e sierologici, Istat e Ministero: 100 mila positivi nel bresciano

Ieri la presentazione dei primi risultati sui test sierologici eseguiti a livello nazionale tramite la Croce Rossa.

(red.) Nel pomeriggio di ieri, lunedì 3 agosto, sono stati presentati a Roma i primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza per capire quanti, nel corso dell’emergenza sanitaria da coronavirus in Italia, abbiano sviluppato gli anticorpi al Covid-19. E dall’illustrazione dei dati (qui il report) è emerso che, in proporzione, 1.482.000 italiani (pari al 2,5% della popolazione totale) sono risultati positivi, un numero sei volte più alto rispetto al totale dei casi accertati. Dall’incontro, al quale hanno partecipato il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo, la direttrice Linda Laura Sabbadini e il presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca, viene anche sottolineato come la Lombardia abbia raggiunto il valore massimo di sieroprevalenza con il 7,5% della popolazione che ha sviluppato gli anticorpi e quindi sette volte di più rispetto alle regioni meno colpite.

Coronavirus oltre 5 mila test sierologici in due giorni nel bresciano

Questa indagine fa riferimento ai test sierologici gratuiti disposti dal Ministero della Salute e dall’Istat effettuata a campione in Italia dal 15 maggio al 15 luglio. L’obiettivo era quello di arrivare a 150 mila persone che potessero sottoporsi all’indagine, ma alla fine è stato indicato come campione rappresentativo quello di 64.660 persone. E nel bresciano? Nella nostra provincia, compresi gli asintomatici, si parla di 100 mila casi positivi allo sviluppo degli anticorpi e quindi sei volte di più rispetto ai 16 mila casi ufficiali registrati e in linea con il numero ritenuto dai medici di famiglia.

Per quanto riguarda la Lombardia, che come detto è stata la regione più colpita, i territori più colpiti sono risultati quelli di Bergamo con il 24% della popolazione positiva agli anticorpi e Cremona al 19%. L’indagine di sieroprevalenza indica anche come uomini e donne siano stati colpiti nello stesso modo, mentre i bambini e gli anziani over 85 sono sotto il 2%. A livello di professioni, si segnala come il 5,3% sia risultato positivo tra i sanitari e al 4,2% tra chi lavora nella ristorazione. Senza dimenticare la diffusione a livello famigliare che si è dimostrata influente. Infine, chi ha sviluppato gli anticorpi incontrando il Covid-19, ma senza presentare alcun sintomi è stato quasi uno su tre. In ogni caso il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli ha precisato che l’aver sviluppato gli anticorpi non è lo stesso di essere immuni al virus.

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