Coronavirus Lombardia, guariti positivi hanno bassa carica virale

Presentato uno studio coordinato dal San Matteo di Pavia. Meno del 3% i pazienti che rischiano di infettare.

(red.) Nella giornata di ieri, lunedì 22 giugno, a margine del consueto bollettino quotidiano emesso dalla Regione Lombardia sul fronte dei nuovi casi positivi e sull’andamento dell’epidemia da coronavirus sul territorio, è stata anche presentata una ricerca sul come valutare eventualmente i nuovi casi positivi che emergono ogni giorno. Tanto che Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri, sottolinea come ora non sia più sufficiente limitarsi a dare il numero dei nuovi malati Covid, che spesso emergono dai test sierologici, oltre che dai consueti tamponi. Invece, si rende necessario capire in che modo e quanto sia virale un soggetto che in questo periodo ha scoperto di aver contratto il virus.

Tutto si basa sul primo studio italiano condotto dal San Matteo di Pavia con l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna, l’ospedale Civile di Piacenza, il Policlinico di Milano e Le Scotte di Siena. Lo studio si basa sull’analisi di 280 pazienti che sono clinicamente guariti e tra i quali si è notato che la carica virale del virus raggiunge meno del 3%. I dati sono stati presentati dal responsabile del laboratorio di virologia del San Matteo di Pavia Fabio Baldanti. In pratica, la ricerca ha portato a scoprire la bassa viralità in questo periodo del Covid e che potrebbe quindi ispirare delle linee guida nuove a livello nazionale e mondiale.

Tanto da sostenere che alla segnalazione di ogni tampone positivo sia necessario qualificarlo e capire la reale entità. E su questo fronte, nel corso della presentazione dello studio, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha annunciato di aver chiesto all’Istituto Superiore di Sanità di distinguere i casi “debolmente positivi” rispetto agli altri, anche per non creare allarmismi. Lo studio del San Matteo di Pavia apre, quindi, nuovi scenari sul fronte di quanto sia virale il Covid in questo periodo in Italia.

E si aggiunge alle nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che sono ancora al vaglio. Si parla, in particolare, di giudicare guariti dopo tre giorni senza sintomi i malati Covid e senza la necessità del doppio tampone negativo. Ma su questo fronte il responsabile di Infettivologia della Poliambulanza di Brescia Roberto Stellini, interpellato dal Giornale di Brescia, sottolinea di voler restare cauto e di voler continuare a proporre il doppio test diagnostico per accertare che il virus non sia più presente. D’altronde, come aggiunge riportando le dichiarazioni dell’Oms, non esiste il rischio zero.

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