Coronavirus, Intesa San Paolo dona 5 milioni agli Spedali Civili

Denaro da investire in attrezzature e ricerca. Per Covid Hospital si valuta Montichiari. Leno per la quarantena.

(red.) La fase più acuta dell’emergenza sanitaria da coronavirus è ormai per fortuna superata nelle strutture sanitarie della provincia di Brescia. Per questo motivo le varie direzioni stanno studiando come tornare alla normalità, ma anche considerando che il prossimo autunno potrebbe verificarsi una nuova ondata. Nel frattempo Intesa San Paolo, nell’ambito di un tesoretto da 100 milioni di euro a disposizione della sanità italiana, ha deciso di donare 5 milioni all’Asst Spedali Civili di Brescia. Queste risorse verranno in parte utilizzate per comprare le attrezzature necessarie a disposizione dei malati da Covid, ma anche per avviare il progetto di ricerca internazionale “Birth against Covid” dell’ospedale con l’Università degli Studi.

Per quanto riguarda le apparecchiature, si prevedono strumenti per aumentare l’isolamento e anche per il personale sanitario, ma senza dimenticare l’investimento nella scala 4 che potrebbe diventare un centro Covid Hospital. In ogni caso, si punterà molto sulla ricerca per conoscere meglio il virus Covid dal punto di vista dell’epidemiologia, salute pubblica, diagnostica, ricerca pre clinica, clinica traslazionale e farmacologica, innovazione e benessere. Ma proprio a proposito di un Covid Hospital, stanno sorgendo sempre più dubbi sulla possibilità di realizzarlo al Civile, nonostante l’annuncio e la presentazione del progetto da parte della Regione Lombardia.

Domani, mercoledì 6 maggio, in Consiglio dei Ministri dovrebbe arrivare il via libera alle linee guida di un centro ospedaliero del genere che possa essere esterno e a servizio di 1 milione di abitanti. E per questo motivo torna in auge l’ipotesi di allestirlo a Montichiari, nonostante l’ospedale Civile continui a puntarci con impegno nella propria struttura. Sempre a livello di sedi e ospedali, nel frattempo è stato individuato anche l’ospedale di Leno, nella bassa bresciana, per far continuare la quarantena ai pazienti guariti dal Covid, ma che per motivi logistici o familiari non possono trascorrere i quindici giorni di isolamento in casa. Per questo motivo a loro disposizione ci sono 15 stanze con altrettanti posti letto e bagni riservati e con un monitoraggio continuo. In ogni caso si parla di pazienti autosufficienti. La struttura resterà aperta a questi pazienti fino al 15 giugno proprio nelle stanze che avrebbero dovuto ospitare i sub acuti in seguito a interventi subiti.

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