Coronavirus, ospedali bresciani allo stremo. Si chiede nuova struttura

Anche il sindaco di Brescia Del Bono preme sull'esigenza di nuovi spazi come a Bergamo, Crema e Cremona.

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(red.) Da due giorni il territorio bresciano che sta lottando in ogni modo per assistere i contagiati da coronavirus sta affrontando anche il problema della ricerca di nuovi posti letto negli ospedali. Se a Bergamo, Cremona e Crema, come ha annunciato anche ieri, giovedì 19 marzo, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, arriveranno ospedali da campo, Brescia invece al momento dovrà contare solo sulle strutture già presenti. Sicuramente un rischio, visto che nelle ultime ore dall’ospedale Civile di Brescia ormai al collasso hanno dovuto trasferire diversi pazienti Covid-19 verso Sondrio e Varese. Nel frattempo, proprio il Civile e la Poliambulanza di Brescia si stanno già ampliamento nei posti letto pronti entro la settimana se ci saranno anche ventilatori e macchinari.

Situazione critica anche in Valcamonica dove si è deciso di chiudere i pronto soccorso di Edolo ed Esine. Al momento lo scenario degli ospedali incaricati di gestire i malati Covid tra città e provincia vede il Civile e la Poliambulanza, il gruppo San Donato, la Fondazione Richiedei a Gussago e Palazzolo, il centro Paolo VI e la residenza sanitaria Vittoria. Strutture anche periferiche che permetteranno agli ospedali principali di dotarsi di 200 posti di terapia intensiva entro la settimana. Disagi anche sul lago di Garda tra gli ospedali di Desenzano, Gavardo e Manerbio. Entro domenica 22 marzo, nel frattempo, ci saranno 171 posti in città e 51 in provincia ricavati nella terapia intensiva. Situazioni critiche anche negli ospedali di Chiari e Iseo dell’Asst Franciacorta in lotta con la Protezione civile. Da Brescia, infatti, criticano il fatto che la Protezione civile abbia precettato la consegna delle pompe di infusione per quattro letti di rianimazione per acuti e per i quali erano già presenti i ventilatori.

Altre segnalazioni arrivano dagli ospedali dell’Asst del Garda, a partire da Manerbio, dove si cercano medici specialisti, specializzandi e laureati, infermieri, ostetriche, Oss, tecnici di laboratorio o radiologia, tecnici della prevenzione e assistenti sanitari. E in questo scenario resta il fatto che sempre più medici si ammalano a causa del contagio, seppur spesso asintomatici e senza essere sottoposti al tampone. Al momento la situazione degli ospedali vede al Civile 690 letti Covid di cui 54 di terapia intensiva e altre 80 al pronto soccorso in attesa di ricovero. In Poliambulanza i letti Covid sono 412 e di cui 61 in terapia intensiva in attesa di ricavarne altri. Per il Garda ci sono 348 letti, di cui 146 a Manerbio, 97 a Desenzano e 105 a Gavardo, oltre a Manerbio e Gavardo, insieme ai 392 del San Donato e 25 in terapia intensiva. Ma il vero dilemma è la richiesta di una nuova struttura, avanzata a più riprese dai vertici del Civile e dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono.

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