Coronavirus, altra giornata drammatica per il bresciano

Domenica si valuteranno nuove misure restrittive. Brescia prima provincia italiana per aumento di contagiati.

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(red.) Quella di ieri, mercoledì 18 marzo, è stata un’altra giornata drammatica sul fronte della conta dei casi di contagio e dei decessi a livello nazionale, lombardo e bresciano. Ed è stata la giornata peggiore da quando è iniziata l’emergenza da coronavirus, alla fine di febbraio, per le 475 persone morte in un solo giorno. Non è accaduto in alcun Paese del mondo e nemmeno in Cina, da dove è partita la pandemia. Sono 28.710 i casi totali registrati in tutta Italia e con un aumento costante anche dei decessi, ma il commissario straordinario alla Protezione Civile Angelo Borrelli ha sottolineato anche il numero dei guariti in continuo aumento. Tuttavia, nelle province di Brescia (la prima a livello nazionale per l’aumento dei casi di contagio) e Bergamo, le più colpite, si lotta continuamente tra posti letto, medici e infermieri allo stremo anche per quanti si ammalano di Covid-19 in corsia e per i deceduti.

Tanto che il bresciano conta 78 vittime in più, anche se da qualche giorno l’Ats ha cambiato i parametri e con numeri non paragonati solo al giorno precedente. Se il territorio bergamasco conta 553 morti, cioé 93 in più, quello della provincia di Brescia deve fare i conti con 465 vittime e di cui 200 solo nell’arco di quattro giorni. I casi di contagio, invece, sono 3.736, cioé 429 in più tra quelli registrati nelle ultime 24 ore. Rispetto alla scorsa settimana l’Ats di Brescia segnala un aumento costante dei contagi e anche in città la situazione è preoccupante, con 72 contagiati e 16 decessi registrati nell’ultimo giorno e per un totale rispettivamente di 600 casi di contagio e 78 deceduti.

Uno scenario che ieri, mercoledì, aveva portato il governatore lombardo Attilio Fontana a ribadire il concetto di stare a casa, “altrimenti sarà necessario essere più aggressivi”. Di fronte a continue scene di parchi, strade e aree verdi riempite dai runners, si sta anche valutando a livello nazionale di vietare l’attività all’aperto. Dalla Regione Lombardia fanno anche sapere di attendere domenica 22 marzo per capire la tendenza della curva epidemica e analizzare le misure di contenimento adottate in queste ultime due settimane. Nel caso, potrebbero arrivare nuove strette anche sul fronte dei trasporti, mentre si fa sempre più larga l’ipotesi di prorogare le limitazioni in corso fino al 3 aprile e invece fino a Pasqua.

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