Coronavirus, contagio continua nel bresciano. I casi sono 1.800

300 casi in più in 24 ore e i decessi salgono a 165. Ma aumentano anche i dimessi. Gli ospedali sono ormai saturi.

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(red.) Il territorio della provincia di Brescia continua a vedere in aumento i casi di persone contagiate dal coronavirus e, purtroppo, anche dei decessi. Tanto da porsi al secondo posto in Lombardia dopo la provincia di Bergamo e tra le più colpite a livello nazionale. Se nei sette giorni precedenti a venerdì 13 marzo i contagiati erano stati 155, i dati aggiornati a ieri sera, giovedì 12, parlano di 1.800 casi positivi sul fronte di quelli regionali che hanno superato quota 8.700. Anche il numero delle vittime incide, con 744 totali in Lombardia al momento (127 in più in un giorno) e tra i quali ci sono i 165 bresciani, cioé 36 in più rispetto al giorno precedente.

A livello territoriale, chi sta subendo le conseguenze peggiori è la bassa bresciana, ma anche il capoluogo preoccupa con i suoi 270 casi e 34 morti. D’altro canto, la notizia positiva sono 1.085 dimessi e quindi guariti, di cui 243 nella nostra provincia. Nel consueto punto stampa, ieri, giovedì, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha sottolineato come la crescita dei casi sembra stia rallentando, ma è ancora presto per emettere le prime conclusioni. Nel frattempo si intende portare in altre strutture i malati che sono in via di guarigione, ma che ancora non sono perfettamente negativi.

Per quanto riguarda la provincia di Brescia, sono già stati individuati il Centro Paolo VI fino a 80 posti e la Fondazione Richiedei tra Gussago e Palazzolo. A livello di strutture ospedaliere, da ieri anche il presidio di Gavardo è dotato di una tenda per il pre-triage. Dal punto di vista regionale sono 1.067 i posti letto aperti in terapia intensiva e intanto continua a crescere la rete degli ospedali da Covid-19 tra Poliambulanza (dove ci sono 205 pazienti ricoverati e 38 in terapia intensiva), il gruppo San Donato (198 posti e 10 in intensiva). A fronte dell’aumento di posti letto e di presidi sanitari, però, serve anche il personale. Su questo fronte oltre 600 medici e neolaureati, compresi gli infermieri, hanno risposto alla Regione che ne immetterà subito 100.

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