Polmonite, fiume Chiese e industrie nel mirino

Otto comuni della bassa bresciana sono tenuti monitorati, mentre oggi riaprono le scuole. Ogni giorno un bollettino. E rischia di fermarsi anche lo sport.

(red.) Carpenedolo, Calvisano, Montichiari, Ghedi, Acquafredda, Remedello, Isorella e Visano. Sono questi i paesi bresciani più colpiti dai casi di polmonite batterica dovuta al virus della legionella e per i quali i residenti dovranno continuare a rispettare le indicazioni sanitarie formulate dall’Agenzia di Tutela della Salute. Nessuna misura preventiva necessaria, invece, per gli altri Comuni. E questo dovrà essere osservato almeno fino a lunedì 17 settembre quando saranno diffusi i primi risultati dei controlli per capire cosa abbia indotto i 250 casi di polmonite nella Bassa bresciana orientale. Nel frattempo, dalle dodici segnalazioni di lunedì 10 si è passati alle diciassette di martedì 12, ma la curva epidemica sta calando, così come i ricoveri nelle strutture ospedaliere. Lo ha sottolineato proprio martedì l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera riferendo sulla situazione in Consiglio regionale e poi nel pomeriggio con un punto stampa alla sede dell’Ats insieme al direttore generale Carmelo Scarcella.

E’ Guglielmina Castelletti, 69enne di Calvisano, l’unica vittima accertata per legionella tra i due episodi, mentre per l’85enne di Carpenedolo è ancora da valutare. Resta grave all’ospedale San Gerardo di Monza anche il 29enne di Roé Volciano che sarebbe stato colpito dallo stesso batterio. Ma l’epidemia, che ha coinvolto la bassa bresciana e alcuni paesi del mantovano e cremonese, ha provocato due vittime anche in provincia di Lecco e Torino e ora tutta la situazione è da valutare. Dal punto di vista dei controlli, sembra che gli acquedotti siano stati esclusi dalla responsabilità. Invece, si stanno valutando il percorso del fiume Chiese che coinvolge la maggior parte dei paesi più colpiti e dal quale diversi agricoltori usano l’acqua per l’irrigazione dei campi. Potrebbe trattarsi di un misto di vapori di aria e acqua, mentre nel mirino sono finiti anche alcuni siti industriali prelevando dei campioni dai reflui e dagli impianti di abbattimento dei fumi.

Mercoledì 12 saranno effettuati altri controlli e serviranno vari mesi per i risultati precisi e completi. Attualmente sono 200 le persone ricoverate negli ospedali, di cui 9 in terapia intensiva e un altro centinaio assistiti a domicilio. Nel frattempo, sempre martedì i carabinieri del Nas hanno raggiunto gli uffici dell’Ats per prendere i controlli effettuati il giorno precedente. I militari, infatti, coordinati dal pm Maria Cristina Bonomo stanno conducendo le indagini nell’ambito dell’inchiesta aperta per epidemia colposa a carico di ignoti. La giornata di mercoledì sarà importante anche perché riaprono le scuole e dopo che il prefetto di Brescia Annunziato Vardé con i sindaci e l’Agenzia di Tutela della Salute ha confermato che non ci sarebbero rischi.

Sul fronte della polmonite diventato un caso nazionale, approderà anche in Parlamento dopo che il deputato bresciano del Partito Democratico Alfredo Bazoli ha presentato un’interrogazione diretta al ministro della Salute Giulia Grillo per conoscere le misure poste in campo per fronteggiare la situazione. Dalla conferenza stampa di martedì tra Gallera e Scarcella è anche emerso che la Regione Lombardia ha attivato una task force attiva 24 ore su 24 e che ogni giorno sarà diffuso un bollettino sui casi di infezione e per evitare allarmismi. Ma mentre la bassa bresciana si interroga sul batterio, c’è anche da segnalare la presenza di sciacalli che approfittano della situazione per fingersi tecnici dell’acqua e derubare i residenti. E in questo panorama rischia di fermarsi anche lo sport. Tanto che il Ghedi 1978, militante nel campionato di Seconda categoria di calcio, ha chiesto il rinvio del match casalingo previsto domenica 16 settembre contro la Pavonese a causa delle docce che potrebbero non essere sicure.

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