Ricerca bresciana fa sperare contro il Parkinson

Un team dell'università Statale ha scoperto una proteina che porterebbe all'insorgere della malattia. Studio finanziato da fondazione di Michael J. Fox.

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    (red.) Da Brescia arriva una possibilità di cura per la malattia di Parkinson, tanto da ricevere un contributo di 250 mila dollari dalla prestigiosa fondazione Michael J. Fox Foundation dell’omonimo celebre attore di “Ritorno al futuro” e tra i più noti per i colpiti dalla sindrome. Il team di ricercatori dell’università Statale di Brescia coordinato dalla professoressa Arianna Bellucci ha scoperto che i malati di Parkinson hanno nel cervello quantità della proteina Sinapsina 3 oltre quelle degli organismi sani. In pratica, secondo la ricerca, questo componente sarebbe la causa dell’insorgere della sindrome.

    E quindi potrebbe aprirsi la strada per trovare cure e, di conseguenza, i farmaci, non solo per alleviare i sintomi, ma per debellare la malattia. Lo studio finanziato dalla Fondazione è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Acta Neuropathologica” e in cui si dice che l’assenza di Sinapsina blocca la formazione di depositi proteici cerebrali che innescano la morte dei neuroni dopaminergici, processo che è alla base dell’insorgenza dei sintomi che portano alla sindrome di Parkinson.

    Sotto la regia della Bellucci, hanno lavorato a questo progetto per circa due anni Marina Pizzi, Mara Cristina Missale, Gaia Faustini e Francesca Longhena insieme a ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, dell’università di Pavia e di quella svedese di Lund. Il team sta lavorando d’intesa anche con l’ospedale Civile di Brescia e altre strutture internazionali, con i finanziamenti della Michael J. Fox Foundation, per trovare approcci terapeutici con cui modulare la proteina ed evitare o curare la malattia.

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