Caso Botticino, “non creiamo allarmismi”

Il direttore regionale di Areu interviene sul soccorso in ritardo di un anziano. "Due chiamate dal posto, di cui una per chiedere la rinuncia".

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numero_unico_112(red.) Il direttore regionale di Areu, Alberto Zoli, a capo dell’azienda che gestisce le emergenze in Lombardia, non ci sta agli attacchi arrivati alla macchina dei soccorsi dopo la vicenda dell’anziano di Botticino, nel bresciano, soccorso dopo un’ora domenica 20 settembre. Sull’episodio si erano scontrate anche le associazioni, tanto da parlare di servizio poco efficiente e problemi nel numero unico. Qualcuno aveva lamentato anche il fatto che l’emergenza fosse stata relegata a un call center senza competenze. Secondo Zoli, prima di criticare la gestione del 112, bisogna approfondire le cause che hanno portato alla vicenda di Botticino, facendo indagini interne tra la centrale di Brescia e quella regionale di Bergamo che se ne occupa.
Il dirigente ha spiegato che alla centrale orobica sarebbero arrivate due chiamate dal posto, di cui una registrata parlerebbe di una richiesta di rinuncia al soccorso. Poi sarebbe arrivata un’altra chiamata e quando si è avuta la sensazione che l’anziano non fosse più in gravi condizioni si sarebbe proceduto per gestire altri casi più pericolosi. Zoli, contrariamente a quanto pensano alcune associazioni, ritiene che i tempi di intervento siano migliorati dopo il passaggio dal 118 di Brescia al 112 di Bergamo e critica quanti dicono che il fatto di Botticino sia dovuto alla scarsa conoscenza del territorio. “Oggi il sistema è trasparente e tracciabile – dice il dirigente di Areu – e non si devono creare allarmismi”.

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