Stamina, “no” dei giudici alle infusioni per Sofia

"Inammissibile", per il tribunale di Livorno, il ricorso con cui i genitori della bimba chiedevano l'individuazione di un 'commissario ad acta'.

(red.) “Inammissibile”, per il tribunale di Livorno, il ricorso con cui i genitori di Sofia, affetta da leucodistrofia metacromatica – una delle bambine ‘simbolo’ della lotta per l’accesso al trattamento Stamina – chiedevano l’individuazione di un ‘commissario ad acta’, indicando nello specifico il vice presidente di Stamina Foundation Marino Andolina, per garantire la prosecuzione delle infusioni a Brescia, come previsto da una precedente ordinanza.
Lo riferisce il legale della famiglia, Federico Scavetta, che precisa: «Se fosse bastato il provvedimento che abbiamo in mano, in cui si impone agli Spedali Civili di Brescia di praticare le infusioni alla piccola, non ci saremmo nuovamente rivolti al magistrato. Noi abbiamo chiesto di ricorrere all’unico strumento che fino ad oggi ha prodotto risultati», cioè l’intervento di un soggetto esterno in qualità di ausiliario del giudice, «alla luce del peggioramento delle condizioni della bambina».
«La piccola Sofia dopo miglioramenti ha cominciato a peggiorare tanto che è stata ricoverata al Mayer di Firenze – ha proseguito Scavetta – e il 24 giugno a Brescia abbiamo fatto accesso ospedale per esecuzione forzata del provvedimento del giugno 2013, ma non abbiamo trovato medici disponibili e il direttore dell’ospedale non ha ritenuto di emettere ordine di servizio. Per questo, in attesa della decisione del giudice sull’istanza che abbiamo depositato a inizio luglio, verrà inoltre presentato alla Procura di Brescia un esposto denuncia per mancato ottemperamento di un ordine di un giudice e per l’aggravamento delle condizioni della bambina».
«Sofia è rimasta senza cura per sette mesi – ha aggiunto il padre della piccola Sofia, Guido De Barros alla fine dell’udienza di giovedì 24 luglio- durante i quali ha avuto un vertiginoso peggioramento. Noi oggi siamo qui per ribadire un diritto ampiamente dimostrato e garantito dalle leggi vigenti e dalle ordinanze già passate in giudicato, per riportare Sofia a godere dell’unica terapia alternativa all’accompagnamento verso la morte con il costante aumento di sedazione e psicofarmaci proposto dalla scienza medica ufficiale».

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.