Scabbia, nuovi focolai in Valcamonica?

(red.) Nessuno in Valcamonica lancia allarmismi. E di certo non vogliamo farlo noi. Eppure è giusto essere coscienti della reale portata di un’epidemia, quando si verifica. Ciò tra Edolo, Cevo e la Valsaviore non è ancora possibile, visto che nessuno sa ancora con precisione il numero esatto dei contagiati di scabbia. Il nosocomio edolese aveva individuato 39 casi. Ma si sospetta che in realtà siano molti di più.
Nuovi focolai sono stati a Capo di Ponte, Berzo Demo e nei comuni limitrofi. Il  numero esatto ancora non si conosce e la tensione tra gli abitanti della zona cresce. Ne è un segnale anche la richiesta di farmaci anti-scabbia che le farmacie camune devono affrontare. La guardia rimane alta soprattutto a Cevo, da dove è partita l’epidemia: sia il sindaco che gli impiegati del Municipio si sono sottoposti alla profilassi contro l’infezione per prevenire il contagio.
Martedì 20 maggio è stata anche indetta un’assemblea pubblica per discutere del fatto. All’assemblea ha partecipato anche un responsabile dell’Asl locale che ha rassicurato la cittadinanza.  «Non siamo preoccupati – ha dichiarato il primo cittadino cevese Silvio Citroni -, ma non va perso altro tempo prima che la cosa si diffonda troppo: se non informiamo, come fa la gente a sapere? È un attimo a essere contagiati, così come a debellare la malattia, ma bisogna conoscere».
A preoccupare è soprattutto il lungo periodo di incubazione: si calcola infatti che prima che l’infezione esploda trascorrono in media dalle due alle cinque settimane. Bisognerà attendere ancora un po’ dunque per sapere l’esatta portata del contagio.