Cromo nell’acqua pericoloso per i bambini?

Secondo l'autorità europea per la sicurezza alimentare, sarebbe meglio evitare la somministrazione ai più piccoli.

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(red.) Acqua al cromo esavalente? Meglio non darla ai bambini, anche se l’inquinante è sotto i limiti.
A dirlo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), la cui opinione è stata riportata in un recente articolo di Altroconsumo, che ha scritto anche a Ministero della Salute, Loggia, Asl e A2A ricordando che se si calcolano i margini d’esposizione in modo analogo a quanto fatto dall’Efsa «il rischio per l’esposizione a cromo VI nell’acqua da bere in concentrazioni superiori ai 2 microgrammi/litro non è trascurabile, ai fini dei possibili effetti neoplastici, per la popolazione dei bambini con peso corporeo inferiore ai 20 kg. E diventa non trascurabile per gli effetti neoplastici sull’intera popolazione a partire dai 5 microgrammi/litro».
Sulla questione limiti, tuttavia, l’Istituto superiore di sanità ha ricorda che, in base anche alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il valore di 5o microgrammi/litro di cromo totale risulta «adeguatamente protettivo per la salute umana», anche se nella lettera di risposta ad Altroconsumo, la direttrice Loredana Musmeci parla di «limite provvisorio» e della necessità di avere limiti differenti per il cromo III e il cromo VI. Inoltre, Musmeci pone alcune questioni, non di poco conto. Anche se il cromo VI nel tratto gastrointestinale viene trasformato in cromo III, non pericoloso per la salute, non si può escludere che anche a bassi livelli di esposizione una piccola percentuale possa eludere la riduzione a cromo III e ricorda che «il cromo VI è facilmente assorbito dalle cellule e la sua riduzione intracellulare a cr III determina i potenziali effetti tossici o cancerogeni».

 

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