Stamina, Vannoni: “Ecco la mia verità”

Il presidente della Fondazione contesta punto per punto i motivi che hanno indotto il MInistero a bloccare la sperimentazione della cura compassionevole erogata agli Spedali Civili.

(red.)  «Eccoci di fronte ad un copione già scritto, sinceramente, e qui me ne rammarico, credevo meglio.  Purtroppo il copione Lorenzin e dei suoi esperti farlocchi è scritto con i piedi. Ben venga: meglio una bocciatura disonesta a priori che non il prosieguo di una sperimentazione altrettanto disonesta, almeno non faranno danni ai pazienti».
Così, Davide Vannoni commenta la bocciatura della sperimentazione della cura compassionevole, erogata agli Spedali Civili di Brescia. «Mi stupiscono i punti dell’unico documento che è stato inviato a Stamina, esattamente 15 minuti prima della conferenza stampa (tanto per evitare domande precise dei giornalisti sulla base delle nostre indicazioni). Però, essendo un documento grottesco, vale la pena commentarlo nei suoi punti salienti». Nel documento, ad esempio, viene detto che non sono previste le analisi sul donatore (contro Aids, epatite…). «Ovviamente abbiamo consegnato un protocollo biologico ed una indicazione su quante cellule infondere e con quali modalità. È vero, non abbiamo neppure scritto che il chirurgo deve lavarsi le mani prima di fare il prelievo osseo e che possibilmente non deve sternutire sulla ferita aperta del donatore. Non abbiamo neppure indicato le analisi pre anestesiologiche da fare al donatore prima di entrare in sala operatoria, ma ritenevamo che ciò potesse essere dato per scontato. D’altronde a Brescia si fanno su tutti i donatori, anche per uso autologo». Altro punto, non è stata fornita la descrizione delle cellule. «Non è vero,  è stata fornita una pagina di sintesi che descrive tutti i Cd, ovvero ciò che differenzia un tipo di cellula da un’altra, delle nostre popolazioni cellulari. Magari il comitato non ha avuto il tempo di leggerle o i componenti sono andati a cercali su Itunes, cosa che vedo più probabile. Dicono, inoltre, che manca la letteratura di supporto che spieghi a che cosa servono queste singole popolazioni di cellule. Effettivamente essendo ‘esperti’ non abbiamo ritenuto di doverle fornire, ma evidentemente ci sbagliavamo. E che non credevamo di trovarci di fronte ad una commissione di esame del primo anno di una facoltà di biologia. Infatti il loro compito era di disegnare la sperimentazione clinica, non di fare una valutazione sul prodotto cellulare».
Terza accusa, la pericolosità della cura. « Tanto per iniziare il rischio delle iniezioni intrarachidee, le famose spinali che facciamo per iniettare le cellule nel liquor spinale, un pericolo enorme che suona anche peggio di quello che è: encefalomielite, ovvero infezione cerebrale o del midollo spinale da virus o da batteri. Questo vuol dire che se il chirurgo che fa le iniezioni ha le mani sporche, se l’ago che utilizza è sporco o, ritorniamo al famoso rischio già citato, ci ha starnutito sopra, allora il paziente può sviluppare una infezione cerebrale. A prescindere dal fatto che le rachicentesi (ovvero i prelievi di liquor che hanno la stessa procedura) vengono svolte in tutti gli ospedali italiani in continuazione e nella maggior parte dei casi neppure in sala operatoria, ma in ambulatorio o persino nella stanza di degenza del paziente, il rischio di encefalomielite è decisamente inferiore nella metodica Stamina che prevede l’iniezione spinale solo in sala operatoria. Quindi il ministro Lorenzin impedisca tutte le rachicentesi in Italia se non si fida dei medici e degli ospedali, o meglio chiuda tutti gli ospedali italiani dove si fanno operazioni e prelievi, per diagnosi, molto più rischiosi di una semplice spinale».
Ultimo punto:  dopo la lavorazione dello stroma osseo, il prodotto viene centrifugato 3 volte, viene posto in coltura, dove eventuali frustoli ossei non possono aderire, e ogni tre giorni vengono cambiati i terreni di coltura e “lavate” le cellule in adesione. Dopo 21 giorni sono presenti solo cellule aderenti che una volta staccate e caratterizzate mostrano purezza ed un alto livello di staminalità, che è la base della sicurezza e dell’efficacia del protocollo Stamina. «Vedere scritto che c’è il rischio di iniettare ‘materiale osseo a livello del sistema nervoso’ è forse la bestialità più grande che si possa immaginare, un qualcosa che farebbe sorridere qualunque studente liceale che abbia preso almeno 6 di scienze.  Questi gli inderogabili punti che giustificano il blocco della sperimentazione, senza appello. Se questa è la via per fare in modo che tali “esperti” tornino a fare il loro mestiere di commercianti, avvocati e medici, invece, di scrivere assurdità biologiche, convinti che nessuno le possa scoprire, allora veramente grazie ministro Lorenzin. Spero che la sua ordinanza trovi immediatamente riscontro nel parlamento e che all’unanimità voti per annullare subito questa farsa da tre milioni di euro».
A breve saranno consegnati i risultati ottenuti dai pazienti di Brescia. «Lorenzin faccia l’unica cosa utile che le rimane in questa vicenda», è l’appello di Vannoni, «metta in condizioni l’ospedale di Brescia di ottemperare all’ordine dei giudici per curare le persone in lista di attesa. Se non le è di disturbo, nomini una commissione di esperti che spieghino a lei e tutti noi come mai un ospedale che fa 79.000 prestazioni l’anno si blocchi per farne altre 240 di tipo ambulatoriale nell’arco di un intero anno. Credo che i risultati di questa sua nuova ricerca potrebbero essere davvero illuminanti, a meno che lei non li conosca già».

 

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