Consultorio via Baracca, Sel: “Cosa fa Paroli?”

Per il capogruppo Donatello Albini, si è perso lo spirito della legge 405. Con la chiusura, si elimina un punto di riferimento fondamentale per tantissime donne.

(red.) “Il consultorio di via Baracca? Non deve chiudere”.
Ad affermarlo, il capogruppo Sel di Brescia, Donatella Albini, che ha inoltrato un’interrogazione al sindaco Adriano Paroli quale tutore principale della salute dei cittadini e delle cittadine, per chiedere se e quali azioni siano state intraprese presso l’Asl., anche attraverso l’assemblea dei Sindaci, per scongiurare la chiusura del consultorio.
“Non posso tacere lo stupore e la tristezza”, si legge in una nota di Albini, “come donna, come medico e come politica, di fronte alla decisione dell’Asl. Il consultorio è luogo di prevenzione e di promozione di salute, dove i diversi operatori sono a condividere percorsi di accompagnamento e dove le donne sono a dare parola ai loro corpi, è luogo di alta professionalità, non solo tecnica, ma capace di intimità e autonomia, buona vicinanza e giusta distanza, con un atteggiamento di rispettosa attesa, che apra le porte alle scelte”.
Per Albini, si è perso lo spirito della legge 405 sui consultori, luoghi di prossimità alle persone, nonché cruciali nell’applicazione legge 194, come ribadito dalla commissione parlamentare d’indagine del 2006. “Sono cruciali anche per la funzione di snodo culturale e di cura affermato con forza nella legge contro le mutilazioni genitali del 2006. E che ne è del progetto obiettivo materno-infantile del 2000, che indicava un consultorio ogni 20.000 abitanti nelle aree urbane e definiva la centralità del pubblico rispetto al privato convenzionato? Sta avanzando un mondo senza tenerezza e senza cura, io non ci sto”.

 

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