Giovedì la Giornata mondiale senza tabacco

La stazione mobile della Asl sarà presente in piazza Vittorio Emanuele II a Salò dalle 9.30 alle 12.30 e in corso Zanardelli, a Brescia, dalle 15 alle 18.

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(p.f.) Niente “bionde” per un giorno. Giovedì ricorre la Giornata mondiale senza tabacco, promossa da Oms, ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Lega Italiana per la lotta contro i tumori.
“In questa occasione”, ha spiegato Carmelo Scarcella, direttore generale Asl Brescia, “anche la nostra azienda, da tempo impegnata nell’informazione e sensibilizzazione della popolazione sui danni causati dal fumo e sui corretti stili di vita, organizza un’iniziativa volta alla conoscenza e alla prevenzione del comportamento tabagico”.
La stazione mobile della Asl sarà infatti presente in piazza Vittorio Emanuele II a Salò dalle 9.30 alle 12.30 e in corso Zanardelli, a Brescia, dalle 15 alle 18. Gli operatori saranno a disposizione per dare informazioni e offrire brevi counselling comportamentali, somministrare questionari di autovalutazione e test di rilevazione del monossido di carbonio sull’aria espirata. Un’azione non isolata quella della Asl, che è già da tempo impegnata nella lotta al fumo.
“Grande successo”, ha commentato Fabio Roda, direttore servizio alcologia Asl di Brescia, “per i quattro Centri per il trattamento del tabagismo avviati dal 2010 a Brescia, Leno, Salò, Sarezzo, presso le sedi dei Nuclei Operativi Alcoldipendenza”. I Centri si occupano di diagnosi e trattamento terapeutico delle persone dipendenti da nicotina. “Dal loro avvio”, ha proseguito Roda, “sono stati trattati 132 pazienti tabagisti. La percentuale di efficacia a conclusione del trattamento è risultata dell’81,5% per completa dismissione dal fumo per trattamento di gruppo e del 70% per trattamento individuale”.
Sforzi importanti, ma occorre fare di più. L’Oms calcola infatti che il fumo è la seconda causa di morte: 6milioni di persone muoiono ogni anno per le conseguenze del fumo e 600mila sono esposte al fumo passivo. A Brescia, secondo un’indagine svolta dai Medici di medicina Generale con la regia dell’Asl, nel 2011 su 276.607 assistiti che hanno risposto al questionario, il 21,5% è risultato fumatore e il 14,7% ex-fumatore.
“Fondamentale, poi, il luogo di lavoro”, ha aggiunto Scarcella, “che è una delle sedi dove è possibile intervenire con successo per promuovere stili di vita sani. Lo stesso datore di lavoro può promuovere la salute dei propri dipendenti attraverso una politica del personale che incorpori attivamente tematiche della promozione della salute”.
Una delle ultimi analisi della Asl riguarda proprio il fumo sui posti di lavoro, indagine condotta su aziende di produzione e servizi. Degli 832 lavoratori intervistati, i fumatori sono il 24,6%, il 16,7% è ex-fumatore da più di un anno, l’1,9% ex-fumatore da meno di un anno. “Si nota però una maggiore frequenza”, ha commentato Fiorenza Comincini, responsabile servizio educazione alla salute e attività sperimentali dell’Asl, “di fumatori nelle aziende studiate rispetto alla popolazione generale: il 24,6% contro il 20,7% rilevato dall’indagine sugli stili di vita condotta sempre dalla Asl nel 2010”.
I fumatori più accaniti sono infermieri e operai, mentre il personale amministrativo rappresenta la categoria con meno fumatori. Resta bassa l’età in cui si inizia a fumare, dai 16 ai 18 anni. “Un problema serio”, ha concluso Roda, “da un’analisi nazionale emerge che il 45% dei ragazzi dai 13 ai 15 anni ha provato almeno una volta a fumare una sigaretta”. Ancora più allarmante, l’altro dato dell’indagine: il 92% dei ragazzi ha dichiarato di non aver avuto nessuna difficoltà ad acquistare un pacchetto di sigarette.

 

 

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