In Puglia ‘Il paese delle spose infelici’

Ottimo esordio alla regia per Pippo Mezzapesa che realizza una pellicola cinematografica dai contenuti veri con un cast di qualità.

Più informazioni su

di Daniel Gallizioli
Lungo  le coste pugliesi di Martina Franca e Massafra, sotto i cieli della periferia urbana colorati dal sole e dai fumi delle industrie siderurgiche, vive Francesco detto Veleno (Orzella), un ragazzo solitario e sensibile, di buona famiglia che cercherà di avvicinarsi al  gruppo di amici dei quartieri popolari capeggiato dal carismatico Zazà (Schipani). Malgrado le iniziali difficoltà, Veleno riuscirà a farsi accettare grazie anche alla sua nuova presenza in squadra come portiere della Cosmica,  la società di calcio del  quartiere  in cui giocano i suoi coetanei. L’ amicizia fra lui e Zazà si rafforzerà quando, insieme, cercheranno di conoscere Annalisa (Prandi), una bellissima ragazza, salita agli onori della cronaca cittadina per il suo tentato suicidio dopo la morte del suo futuro marito. Il tentativo di capire il suo disagio e la sua profonda infelicità, porterà i due nuovi amici a frequentarla, ad amarla e a proteggerla, malgrado la sua rassegnazione e totale sfiducia nella vita.
Lungometraggio d’ esordio di Pippo Mezzapesa, tratto dall’ omonimo romanzo di  Mario Desiati, che va ad indagare la complessa realtà giovanile della periferia urbana popolare, vista con gli occhi innocenti e coraggiosi di ragazzi che ne fanno parte quotidianamente. Rispettando i canoni narrativi del  romanzo di formazione, la pellicola mostra  le possibili reazioni giovanili alle difficoltà quotidiane della vita. I protagonisti combattono giorno dopo giorno contro i dispiaceri e i drammi giornalieri di un luogo che non riesce ad aiutarli:  Veleno, con la sua incomunicabilità ed  isolatezza che nemmeno i suoi genitori riescono a capire del tutto,  Zazà, con le difficoltà famigliari del fratello che traffica droga e che lo sfrutta come corriere di quartiere portandolo anche ad avere guai con la giustizia e Annalisa, con la drammatica vicenda che la perseguita.
Ostacoli che  i due ragazzi  cercano di superare  senza mai arrendersi, continuando a vivere, continuando a combattere,  a differenza della ragazza che con la sua bellezza assente si lascia invece morire poco alla volta, rinunciando alla vita e all’ azione, vivendo passivamente, assecondando il volere degli  altri, rassegnata e sfiduciata, votata all’ autodistruzione. Due approcci  così distanti ma che si incrociano e si legano indissolubilmente grazie al fascino che assomiglia più ad una maledizione che i due giovani subiscono da lei. Un sentimento profondo che porterà i due a proteggerla e a “farsi morbidi” con lei, senza mai però invadere il suo volere.  Una pellicola di forte impatto figurativo che viene impreziosita da un’ ambiente ed una scenografia calda e delicata.
Le colonne sonore puntuali ed emozionali cavalcano le scene in modo armonico, esaltandole in più di un’occasione. La cinepresa si muove pochissimo e si concentra molto su primi piani e inquadrature riflessive, cogliendo sensazione e psicologia dei soggetti con l’eccezione di alcune carrellate magnifiche  che impreziosiscono in più occasioni la scena. L’attenzione e la passione  per i silenzi tuttavia  diventa quasi ossessione nella parte centrale, in cui il film diventa a tratti  faticoso e ripetitivo ma riesce a scrollarsi tutto di dosso con un  finale spezzato che conclude in modo semplice ma completo la pellicola e il suo andamento significativo e narrativo.
Lo stile di regia si mostra consapevole e lineare, non si inerpica mai in inquadrature o scene sperimentali ma riprende perfettamente personaggi e dinamiche con un attenzione particolare alla luce e alle ombre e una messinscena mai casuale ma ricercata, riuscendo a mantenere l’autenticità espressiva ed esaltandone la semplicità. Bellissima e delicata l’ interpretazione di Aylin Prandi che con la sua freschezza  recitativa appare veramente come una figura angelica  a cui serve un semplice sguardo per esprimere tutto il suo personaggio. Elemento accompagnato dalla bravura degli altri protagonisti, che con la loro spontaneità popolare e giovanile danno equilibrio all’ intera pellicola con un lavoro quasi da veterani. Un buonissimo prodotto italiano, girato in Puglia. Una terra che si mostra nuovamente teatro ideale per il Cinema e le sue ambientazioni e regione sensibile alla produzione e crescita cinematografica dell’intero Paese, promuovendo prodotti di ottimo livello a basso budget.
Quattro inoltre  saranno le pellicole di produzione pugliese (tra cui tre girate in regione) che parteciperanno quest’ anno alla 69esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in programma questa settimana, dal 29 Agosto all’ 8 Settembre, con “E’ stato il figlio” di Daniele Cipri, “La nave dolce” di Daniele Vicari, “La sala” di Alessio Giannone e “Carmela salvata dai filibustieri” di Giovanni Maderna.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.