Kabul, ferita la moglie del rifugiato afghano di Odolo

La moglie di Atullah Solozai, rifugiato afghano da anni nel bresciano, era all'aeroporto con il bimbo di sette mesi in attesa di poter salire su un aereo per tornare in Italia. E' rimasta ferita nella calca.

(red.) E’ rimasta ferita nell’attentato suicida avvenuto giovedì 26 agosto all’aeroporto di Kabul in cui sono rimasti uccisi decine di civili, tra cui bambini, e almeno dodici militari americani.

Si tratta di Lailamah, la moglie del rifugiato politico di Odolo (Brescia), Atullah Solozai, 36 anni, padre di sei figli ed operaio in un’azienda valsabbina, la quale, con il figlioletto di sette mesi, era rimasta bloccata a Kabul dopo un viaggio per andare a fare conoscere l’ultimo nato alla famiglia.
Disperato, nei giorni scorsi, l’appello del marito per farli rientrare in Italia.

La donna si trovava nei pressi dell’aeroporto della capitale afghana, quando, a seguito della calca, è finita in un canale di scolo che costeggia l’area e ha rischiato di finire annegata con il bambino, Abdallah.

A darne notizia, sulla pagine de Il Giornale di Brescia, è lo stesso Atullah, il quale ha riferito che la compagna ed il figlio si sono salvati, insieme con i fratelli dell’uomo, rimasti feriti pure loro, e hanno poi fatto rientro nell’abitazione della famiglia della donna appena prima che scoppiassero le bombe.

La prima esplosione è stata opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria fuori dal Baron Hotel, che in questi giorni è diventata la base di giornalisti e truppe del Regno Unito. Quindi un altro kamikaze, o un’autobomba secondo altre fonti, più vicino al gate, in prossimità di un canale fognario diventato la terrificante sala d’attesa di migliaia di disperati.

Lì centinaia di famiglie aspettano un cenno dai militari. Da lì i soldati si affacciano per tirar su quelli che ce l’hanno fatta e saranno imbarcati sui voli verso una nuova vita. Lì gli attentatori hanno colpito. In serata, l’Isis ha rivendicato gli attacchi, pubblicando anche la foto di uno dei kamikaze, secondo quanto riferisce il Site.

Il bilancio di almeno 60 civili afghani morti è stato diffuso in serata dal Wall Street Journal che citava fonti mediche. Tra i 13 militari americani che hanno perso la vita ci sarebbe anche un medico della Marina. Mentre a parlare di bambini tra le vittime sono stati i talebani. Da parte loro i medici dell’ospedale di Emergency a Kabul hanno riferito di dieci persone arrivate morte nella loro struttura e oltre 60 ricoverati.

Per Abdullah sono ore di angoscia: la moglie, con i cognati ed il figlio neonato (nato a febbraio all’ospedale di Gavardo), erano da giorni in attesa di essere imbarcati su uno degli aerei ponte che, fino al prossimo 31 agosto, porteranno in salvo i cittadini che, in qualche modo, hanno collaborato con i contingenti Nato e che sono a rischio di rappresaglia da parte dei talebani, i nuovi padroni dell’Afghanistan.

A quanto si apprende,  nel primo pomeriggio di venerdì 27 agosto, decollerà da Kabul l’ultimo C-130 italiano del ponte aereo allestito per mettere in salvo i profughi. Secondo quanto riferisce l’Ansa, avrà a bordo una cinquantina di afghani ed altro personale; l’arrivo in Italia è previsto per sabato mattina. Nella serata di venerdì, invece, giungeranno a Fiumicino altri due velivoli provenienti da Kuwait city, tappa intermedia per i voli dall’Afghanistan, dopo quello atterrato in mattinata con 106 profughi a bordo.

 

 

 

 

 

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