Nelle valli caccia illegale alla cesena, denunciati nove bracconieri

Tra Valtrompia e Valsabbia l'attività delle guardie venatorie della Polizia provinciale del distaccamento di Vestone, ha portato al sequestro di armi, reti e trappole.

(red.) È una specie migratoria molto diffusa su tutto l’arco alpino: quando fa freddo si sposta nei luoghi caldi e poi ritorna. Quando migra lo fa in stormi molto grossi ed è quindi perfetta per restare vittima dei bracconieri che la insidiano con le reti anche nella nostra provincia. Si tratta della cesena, un volatile appartenente alla famiglia dei tordi.
Da gennaio, si legge in una cronaca di Bresciaoggi, il solo distaccamento di Vestone del Nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale ha messo a segno nove denunce tra Valsabbia e Valtrompia contro cacciatori che avevano disposto trappole per le cesene.

L’ultimo caso a Odeno di Pertica Alta quando sabato scorso, dopo un appostamento attorno a una rete, è stato preso un capannista di Marmentino che nascondeva una cesena e due fringuelli in gabbia, oltre a due fucili lasciati incustoditi in una cascina. Le armi sono state sequestrate e gli uccelli liberati.
A  Mura, invece, il bracconiere è stato beccato giovedì: aveva due reti di 5 e di 15 metri sistemate in località Sevo. Nei giorni precedenti un altro era stato preso dopo un appostamento di cinque ore attorno a una rete di 15 metri in località Dosso Alto di Comero di Casto.

Sempre a Casto, ma in località Forcella, è stato scoperto un cacciatore di Vestone che aveva piazzato due reti nel podere della moglie e aveva in cantina 21 uccelli di specie protette: passere scopaiole, peppole, cardellini, verdoni, lucherini, cesene e tordi sasselli. All’uomo erano scaduti sia il porto d’armi sia la licenza di caccia, però teneva nella cascina un fucile con le munizioni. Anche in questo caso armi sequestrate e uccelli liberati.
A Lodrino i poliziotti si sono appostati in località Dos del Sole nei pressi di quattro reti a scatto per la cattura di uccelli vivi finché il proprietario di un capanno è arrivato a controllare le trappole: gli servivano per procurarsi richiami vivi. Un altro capannista, già denunciato altre volte, è stato beccato perché aveva sistemato attorno al suo capanno al passo di San Rocco a Capovalle dei bastoncini ricoperti di vischio.

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