Vestone, indagati sei “sciacalli” dei bonus alimentari del Comune

Avrebbero tentato (o ci sarebbero riusciti) di incassare contributi municipali per le spese nel periodo lockdown.

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(red.) Anche loro, se la vicenda dovesse approdare a un processo in tribunale ed essere ritenuti colpevoli, possono definirsi sciacalli. Sono alcuni cittadini che a Vestone, in Valsabbia, nel bresciano, hanno tentato (o ci sono riusciti) di incassare i buoni spesa alimentari lanciati dal Comune nel periodo del lockdown nonostante non avessero i requisiti. A sospettarlo erano stati i dipendenti pubblici che avevano inoltrato varie segnalazioni ai carabinieri facendo partire un’inchiesta.

Questa si è conclusa nei giorni precedenti a mercoledì 30 settembre portando alla notifica di chiusura e all’iscrizione di sei persone – cinque straniere e una donna italiana – nel registro degli indagati. Nel mirino, tra le altre cose, un buono da 150 euro diretto alla 51enne italiana che aveva presentato un’autodichiarazione senza inserire di convivere con il compagno che già percepiva un sussidio. Altri 350 erano stati percepiti da un 29enne marocchino che nell’autocertificazione non aveva indicato di essere un lavoratore dipendente, quindi escluso dalla platea di aiuti.

Anche altri quattro stranieri non avrebbero dichiarato di essere lavoratori dipendenti e nel loro caso si è trattato di un tentativo di truffa. Tutti, a vario titolo, sono accusati di truffa aggravata, tentata truffa e falso ideologico in atto pubblico e possono chiedere di essere sentiti dal magistrato.

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