Bienno, il Tar ripristina i vincoli anti caccia nella zona incendiata

La nuova amministrazione aveva annullato il catasto incendi istituito dal commissario prefettizio. Ma il Tribunale amministrativo ha dato ragione al ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste.

Brescia. Su ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia Lac, patrocinata dallo studio legale Linzola di Milano, il 2 dicembre 2022 il Tar di Brescia ha sospeso la delibera del consiglio comunale di Bienno (Bs) del 9 agosto 2022 che annullava il catasto incendi dello scorso giugno, istituito ai sensi dell’art.10 della legge nazionale 353/2000 finalizzata alla conservazione e alla difesa dagli incendi del patrimonio boschivo.
“L’esteso incendio boschivo di origine dolosa del 2017 ha distrutto un’area di notevole valore naturalistico all’interno del Parco dell’Adamello e del sito Rete Natura 2000 Pascoli di Crocedomini”, si legge in un comunicato della Lac. “Il commissario prefettizio aveva istituito il catasto incendi per sanare l’inerzia dell’amministrazione comunale che dopo 5 anni ancora non aveva posto i vincoli che la legge nazionale sopracitata impone sulle aree incendiate, tra cui il vincolo di divieto caccia per 10 anni sui soprassuoli boscati. La decisione del commissario non è stata gradita alle associazioni dei cacciatori locali in quanto l’area colpita dall’incendio, in località Campolaro, è di noto interesse venatorio”.

“La nuova (si fa per dire) amministrazione comunale tra i suoi primi atti ha pensato bene di porre l’interesse dei cacciatori davanti all’interesse pubblico della tutela dei beni comuni, annullando la delibera prima dell’inizio della stagione venatoria”, prosegue la nota delle associazioni ambientaliste. “La nuova amministrazione comunale ha anche nel frattempo chiesto – e in parte ottenuto – coperture finanziarie con altro sperpero di denaro pubblico per incaricare altri non ben precisati professionisti, nonostante le due differenti e coincidenti analisi e perimetrazioni dettagliate dell’area percorsa da fuoco nel 2017”.
“A tutela dell’interesse collettivo e degli animali la Lac ha impugnato tale aberrante decisione”, prosegue il documento: “Sconfitti il sindaco e la sezione locale dei cacciatori di Bienno. Ancora una volta, per la tracotanza venatoria i giudici del Tar hanno dovuto ribadire i seguenti semplici e basilari concetti: ‘l’interesse di privati e associazioni che parrebbero aver determinato la decisione del consiglio comunale si manifesta palesemente recessivo rispetto a quello pubblico’ e che le Regioni sono tenute al rispetto delle prescrizioni statali e possono adottare norme solo se elevano lo standard di protezione ambientale.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.