Il Mise dice “no” all’Ato della Valcamonica: “Inaccettabile”

L'assessore regionale al Bilancio e Finanza, il bresciano Davide Caparini, commenta la decisione del ministero di impugnare davanti alla Corte costituzionale la Legge regionale di istituzione del bacino idrico della Valle Camonica.

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(red.) “Una decisione grave e inaccettabile. Che ha dell’incredibile”. Così l’assessore regionale al Bilancio e Finanza, il bresciano Davide Caparini, commenta la decisione del ministero della Transizione Ecologica di impugnare davanti alla Corte costituzionale la Legge regionale di istituzione del bacino idrico della Valle Camonica.

“In un momento in cui le famiglie faticano a pagare le bollette – prosegue l’assessore Caparini – il ministero di Cingolani, con questo atto, aumenta le tariffe vanificando il lavoro degli amministratori locali per un servizio migliore. Una decisone che comporterà maggiori costi di gestione: lo studio dell’Università Bocconi di Milano, validata dal Politecnico di Milano, ha infatti calcolato un valore economico positivo di 88,5 milioni di euro”. “Insomma – chiosa Caparini – con la decisione del ministero avremo bollette dell’acqua di gran lunga più care con servizi qualitativamente peggiori. Per non parlare della ricaduta occupazionale, con la perdita di posti di lavoro e una forte penalizzazione della qualità dei servizi erogati”.
“Senza parlare di una sorta di ‘doppiopesismo’ che agli occhi di chi vive in Lombardia appare a dir poco incomprensibile” prosegue l’assessore evidenziando “per esempio, come per l’Ato Valle del Chiampo, in una valle sub provinciale con praticamente le stesse dimensioni (104.000 abitanti), la Legge istitutiva della Regione Veneto non venne impugnata. O ancora come Lazio e Marche non rispettino i confini provinciali senza che nessuno dica nulla”. “Tutti parlano di rilancio e sviluppo della montagna ma alla prova dei fatti – conclude Caparini – questi territori e chi ci vive sono costantemente umiliati”.

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