Esine, personale dell’ospedale “Covid” in stato di agitazione

Nel mirino l'Asst della Valcamonica che non ha pagato le progressioni di fascia. E riapre anche il Richiedei.

(red.) Da una parte l’ospedale di Esine, che in Valcamonica è il punto di riferimento per i pazienti Covid. Dall’altra, tra Gussago e Palazzolo, il Richiedei. Sono due realtà sanitarie e di assistenza che anche in questo periodo di seconda ondata della pandemia si sono messi all’opera in prima linea. Ma non senza difficoltà, anche a livello di accordi e lavoro. Tanto che all’ospedale di Esine, come dà notizia il Giornale di Brescia, per la prima volta il personale da ieri, mercoledì 18 novembre, ha proclamato lo stato di agitazione. Nel mirino dei dipendenti è finita l’Asst della Valcamonica che non avrebbe rispettato un accordo dell’inizio del 2020 per pagare le progressioni economiche orizzontali a novembre a quasi tutti gli addetti.

Per questo motivo si sono rivolti ai sindacati che, oltre allo stato di agitazione, hanno chiesto al prefetto di Brescia un incontro in cui sollecitare l’azienda socio sanitaria a rispettare l’accordo. Il personale critica il fatto che solo il 13 novembre è stato loro comunicato di non poter pagare quelle progressioni a causa di alcuni rilievi sottoposti dagli organi interni. Una situazione di disagio, soprattutto in questo periodo di lavoro in prima linea. E un caso del genere, anche se in tono diverso, sta accadendo al Richiedei nelle due sedi di Gussago e Palazzolo.

Proprio per questa seconda ondata e per aiutare gli ospedali in pressione, qui arrivano anche pazienti provenienti da chi è stato in Rianimazione e ha bisogno di assistenza. Per questo motivo sono stati aperti 20 posti letto a Gussago e 15 a Palazzolo. In particolare – tutti già occupati in pochi giorni – sono giunti pazienti dal Civile e dalla Poliambulanza di Brescia e i malati delle case di riposo. Esattamente come era successo anche nel corso della prima ondata ma per la quale la Fondazione, come lamentano, non hanno visto i posti di ricovero pagati dalla Regione Lombardia.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.